Il doppio gioco del presidente Talarico
Qualcuno corra a informare Franco Talarico, presidente del consiglio regionale della Calabria, che Peppe Scopelliti si è dimesso da governatore e che le sue dimissioni sono state regolarmente protoco…

Qualcuno corra a informare Franco Talarico, presidente del consiglio regionale della Calabria, che Peppe Scopelliti si è dimesso da governatore e che le sue dimissioni sono state regolarmente protocollate là dove dovevano essere protocollate, vale a dire presso la presidenza della Regione Calabria.
Si obietterà che Talarico lo sa bene, visto che era con Scopelliti a Palazzo Alemanni quando firmava le dimissioni e visto che lo ha seguito anche all`Hotel Guglielmo assistendo alla sua conferenza stampa. Ma pare che quello fosse un sosia, il vero Talarico, l`unico, l`autentico, il sublime, l`ospite fisso de “Le jene” e l`ex abituè del Samart; insomma il presidente che tutti i consessi democratici ci invidiano, non era lì, vagava nei corridoi del consiglio regionale (che mai come in occasioni come questa è bene tornare a chiamare “l`Astronave”) in attesa che il mitico Lopez o chi per lui gli dia notizie.
Non ci credete? Pensate che questa sia solo della facile ironia? Non ha importanza, l`importante è che ci credano i capigruppo consiliari, quelli della maggioranza e quelli della co-maggioranza (chiamarla opposizione sarebbe un insulto a Machiavelli).
Già, la feroce “opposizione”. Il più inesperto dei capigruppo di minoranza ha sulle spalle sei legislature tra Regione e Parlamento. Loiero, poi, è stato anche governatore prima di Scopelliti; Principe assessore regionale, Bova addirittura presidente del consiglio regionale prima dell`avvento del “giovane scrivano lametino”. Eppure questi poveri innocenti si sono fatti gabbare da Talarico (quello vero, non il sosia che stava a Palazzo Alemanni mentre Scopelliti firmava le dimissioni) e hanno abbandonato la conferenza dei capigruppo constatando che non poteva convocarsi il consiglio regionale perché le dimissioni di Scopelliti non si trovano o meglio forse si trovano a Catanzaro ma non a Reggio, forse stanno al protocollo della Regione Calabria ma non a quello del consiglio regionale.
Alla sciatteria politico-istituzionale pare che in Calabria non vi sia limite. E nemmeno al ridicolo degli “appollayatillà”, casta resistente fino alla fusione a freddo tra il deretano e la poltrona. E così ci tocca difendere la correttezza di Scopelliti: se uno è presidente della Regione Calabria e decide di dimettersi da tale incarico, dove volete che le presenti le dimissioni se non al protocollo della Regione Calabria?
La verità è che in queste ore drammatiche (per loro), le già flebili divisioni sono saltate e ogni escamotage è buono per prolungare l`agonia di una legislatura nata male e finita peggio. (0030)