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Come ti spolpo la coop In manette Raffaele Mazzei

LAMEZIA TERME Consulenze legali e tributarie pressocché inutili, pranzi e weekend in costosi alberghi, così sarebbero stati spesi i circa due milioni e mezzo di euro della cooperativa edile “Capannel…

Pubblicato il: 06/05/2014 – 10:43
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Come ti spolpo la coop In manette Raffaele Mazzei

LAMEZIA TERME Consulenze legali e tributarie pressocché inutili, pranzi e weekend in costosi alberghi, così sarebbero stati spesi i circa due milioni e mezzo di euro della cooperativa edile “Capannelle 2000”. Peculato e reati tributari, per queste accuse è stato posto agli arresti domiciliari Raffaele Mazzei commercialista di Lamezia Terme e consigliere comunale nelle fila dell`Udc dopo essere stato eletto con il Pdl e una breve parentesi nel Nuovo centrodestra. I particolari dell`indagine sono stati resi noti durante una conferenza stampa dal procuratore Domenico Prestinenzi e dal colonnello della Finanza Fabio Bianco.
Le indagini dei finanzieri si sono concentrate sulle sospette modalità di svolgimento, da parte di Mazzei, dell’incarico di “commissario governativo” della cooperativa edilizia Capannelle, in liquidazione amministrativa, con sede legale a Roma. Questo incarico, conferito nel 2005 appositamente dal ministero per lo sviluppo economico, doveva essere finalizzato ad assicurare il corretto scioglimento della cooperativa edilizia salvaguardandone il patrimonio, che sarebbe dovuto essere restituito “pro quota” ai rispettivi soci.
La cooperativa era stata creata negli anni 80 per realizzare un complesso residenziale nel quartiere Capannelle di Roma. L`investimento per alcune vicende amministrative legate alle proprietà dei terreni non si era potuto realizzare ed era stato quindi deciso il commissariamento. L’attività operativa coordinata dalla magistratura lametina ha invece accertato la sottrazione fraudolenta, da parte del commissario governativo, di cospicue somme dell’attivo della cooperativa, per un totale di 2.485.945 euro, prosciugandone quasi completamente il patrimonio.
Ad accorgersi dei buchi nel bilancio della cooperativa è stato il nuovo commissario nominato nel 2012 dal governo che ha portato i documenti alla guardia di finanza. Si è così scoperto che circa un milione di euro era finito nei compensi ottenuti da Mazzei che aggiungeva ai 3mila euro di stipendio mensile spropositati rimborsi spese e indennità chilometriche grazie a un vorticoso giro di false fatturazioni che coinvolgevano società che per gli inquirenti sono tutte riconducibili al commercialista lametino.
Pranzi nei weekend e soggiorni in hotel di mezza Italia con tanto di ospiti al seguito, sono alcune delle spese rimborsate al consigliere lametino. Non solo, nonostante la cooperativa avesse cessato da tempo ogni attività risultano assunte 7 persone, tutti dipendenti di società per gli investigatori sempre riconducibili al commercialista. E poi ci sono le consulenze per centinaia di migliaia di euro. Un unico incarico legale è arrivato a costare ben 107mila euro, altri 70mila euro sono andati a un commercialista calabrese.
L’attività investigativa del nucleo di Lamezia, guidato dal colonnello Fabio Bianco, ha permesso di constatare anche la responsabilità penale di un’altra persona, la titolare della società We Can Solution Srl con sede a Roma, per emissione di fatture per operazioni in tutto o in parte inesistenti, per importi del tutto ingenti. Infatti, l’attività operativa ha anche avuto un rilevante risvolto tributario, nel cui ambito sono state complessivamente stigmatizzate le seguenti condotte penalmente rilevanti: emissione di fatture per operazioni inesistenti per 585.169 euro, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per 531.669 euro, omesso versamento di ritenute certificate pari a 89.211 euro.
Proprio per questi illeciti tributari, l’autorità giudiziaria ha disposto nei confronti di Mazzei e della seconda indagata anche l’applicazione della misura cautelare reale del sequestro preventivo per equivalente dei beni nella disponibilità degli stessi, fino alla concorrenza di: 110.897 euro nei confronti del commercialista arrestato e 43.474 euro nei confronti della titolare della società romana.

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