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Furia grillina a Reggio: «O noi o loro»

REGGIO CALABRIA Sceglie la città dello Stretto il Movimento cinque stelle per chiudere la campagna elettorale in Calabria, dopo quarantacinque giorni di tour – dicono – «durissimo ma entusiasmante»…

Pubblicato il: 22/05/2014 – 22:00
Furia grillina a Reggio: «O noi o loro»

REGGIO CALABRIA Sceglie la città dello Stretto il Movimento cinque stelle per chiudere la campagna elettorale in Calabria, dopo quarantacinque giorni di tour – dicono – «durissimo ma entusiasmante». Prima di raggiungere Roma, dove per tutti – candidati, militanti e simpatizzanti – l’appuntamento è a piazza San Giovanni per l’evento conclusivo comune a tutte le circoscrizioni elettorali, è su Reggio che i pentastellati hanno voluto puntare per strappare le ultime preferenze. Ma – a quanto dicono – non solo. «Quello che vi chiediamo – affermano – non è solo il voto, ma la vostra partecipazione a un movimento che sta cambiando l’Italia». 
Dal palco, tocca alla cosentina Laura Ferrara – candidata calabrese dei pentastellati alle europee – spiegare il programma di sette punti con cui il Movimento cinque stelle si propone di «andare in Europa per cambiare l’Italia», ma a Strasburgo dovrà prima di tutto porsi il problema di sciogliere il nodo dell’eventuale collocazione in uno dei gruppi dell’Europarlamento, pena la totale ininfluenza. 
Un punto che al momento rimane fuori dalla campagna elettorale dei Cinque stelle che preferiscono concentrarsi sui propositi per l’avventura europea. 
Dall’abolizione del fiscal compact alla cancellazione dei trattati «punitivi» per l’Italia «che Pd e quello che era Pdl hanno firmato per poi affrettarsi a criticare e rinegoziare», dalla rinegoziazione del debito all’adozione di eurobond, dal sostegno all’agricoltura e alla piccola e media impresa alla gestione più attenta dei fondi europei, quello che il movimento si propone – spiega la Ferrara – «è rimettere al centro i valori della coerenza, della dignità, della solidarietà, al di là delle ideologie di destra e sinistra». 
Nonostante fra le proposte dei pentastellati ci sia il referendum sulla permanenza dell’Italia nell’Eurozona, «non siamo antieuropeisti» dice la Ferrara, al contrario «noi siamo più europeisti dei partiti che già stanno nel parlamento Ue perché vogliamo riportare l’Europa a quel senso di comunità che si è perduto».  
Insieme a lei, sul palco si avvicendano i parlamentari calabresi Dalila Nesci, Federica Dieni, Paolo Parentela e il senatore Nicola Morra. È a loro che tocca spiegare cosa abbia significato un anno di lavoro del Movimento cinque stelle nelle istituzioni, ma è sempre da loro che arriva anche l’attacco più duro ai rappresentanti di ogni ordine e grado di Pd, Forza Italia e Pdl. Primo fra tutti, l’ex sindaco e ex governatore, Giuseppe Scopelliti, oggi lanciatissimo nella sua campagna elettorale per un seggio in Europa, nonostante una condanna a sei anni di reclusione per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. «Scopelliti continua a mettere la sua faccia su manifesti abusivi, come abusivo è stato lui al Comune e alla Regione. Questa città prima profumava di mandarino – tuona la Dieni – adesso puzza solo di spazzatura». 
E di certo non più tenera è con il Pd nazionale, responsabile – afferma – di aver lasciato a decantare in Senato una legge sul conflitto di interessi «perché hanno problemi quanto se non più di Berlusconi. Vi dice niente il nome Colaninno?». Non meno dura è la Nesci, che ricorda che se «Fitto è condannato per corruzione e finanziamento illecito ai partiti», Mario Pirillo, candidato del Pd «era quello che minacciava i dipendenti dell’Afor: “O mi votate o non vi stabilizzo”». 
Esempi che non si limitano ai candidati alle europee – afferma sempre la parlamentare – ricordando «il conflitto di interessi nella Regione Calabria, con il vicepresidente della giunta regionale Antonella Stasi che ha fatto assegnare sessanta posti letto alla clinica crotonese del marito».
Per i pentastellati, nonostante la retorica, non c’è alcuna differenza fra Pd, Ncd e Fi, come dimostrato – sostengono – dall’ultimo anno di governo, che ha visto centrosinistra e centrodestra uniti nell’approvare «i decreti porcata, come quello sull’emergenza abitativa – dice ancora la Nesci – in cui hanno inserito 25 milioni di euro per l’Expo e subito dopo ci sono stati gli arresti per tangenti». 
Arresti bipartisan, ricorda la Nesci a sostegno della sua tesi, su cui tocca a Paolo Parentela rincarare la dose, chiamando in causa il presidente della Repubblica. «Noi l’abbiamo detto a Napolitano che la Costituzione non prevede i decreti omnibus e lui che ha fatto? È andato in televisione a dire che i grillini non fanno il bene del Paese. Napolitano non è il nostro presidente, è il presidente dei partiti». 
In sintesi, dicono dal palco i pentastellati, l’alternativa è semplice: «O noi o loro». «La nostra – conclude la Ferrara – sarà una rivoluzione culturale, riporteremo nelle istituzioni i valori reali. Ed è per questo che nelle nostre liste non troverete nessuna condannato e nessun indagato. Vogliamo portare in Europa la democrazia diretta, per non delegare più il sistema dei partiti che ormai ha fallito. Se non proviamo a cambiare le cose, abbiamo già perso in partenza». Ma per questo – tuonano dal palco – il voto per il Movimento 5 stelle è importante ma non basta. «Per noi la politica è servizio civile a tempo determinato, dopo due mandati si va a casa e tocca a voi. Questa è la nostra rivoluzione», continua dal palco la Dieni, mentre la Nesci le fa eco: «Il cambiamento è già in atto, il percorso è già avviato, basta seguirlo, per questo vi chiediamo anche questa volta di votare cinque stelle». E – promette Parentela – «cambieremo questo Comune, cambieremo la Calabria appena ci permetteranno di tornare a votare, ma adesso bisogna cambiare l’Europa». (0040)

 

Alessia Candito

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