Black Monkey, Giovanni Tizian sarà chiamato a testimoniare. E in aula si rischia la rissa
BOLOGNA Sarà chiamato a testimoniare anche il giornalista sotto protezione Giovanni Tizian nel processo davanti al Tribunale di Bologna che vede tra gli imputati Nicola Femia, ritenuto legato alla ‘n…

BOLOGNA Sarà chiamato a testimoniare anche il giornalista sotto protezione Giovanni Tizian nel processo davanti al Tribunale di Bologna che vede tra gli imputati Nicola Femia, ritenuto legato alla ‘ndrangheta e a capo di un’organizzazione che secondo la ricostruzione della Procura guadagnava con il gioco illegale. Femia è lo stesso che in un’intercettazione parlava del cronista con un altro indagato, Guido Torello, dopo articoli sulla Gazzetta di Modena che non aveva gradito. Tizian è nella lista dei testimoni presentata dal pm Francesco Caleca e sarà sentito in una delle prossime udienze del processo ‘Black Monkey’: 23 imputati, 13 per associazione a delinquere di stampo mafioso.
Oggi in aula ha parlato Femia, ancora detenuto, che ha proseguito nelle dichiarazioni spontanee iniziate la scorsa udienza, per circa mezz’ora. Come ha riferito il suo legale, l’avvocato Francesco Calabrese, Femia si è lamentato in aula delle modalità di perquisizione fatte dalla Gdf. In particolare ha parlato di 500 slot machine sequestrate dai finanzieri, e dei 500mila euro contenuti nelle macchinette che, a detta di Femia, sarebbero scomparsi. Ha inoltre accusato la Finanza di una non corretta custodia dei beni sequestrati. Nella scorsa udienza aveva detto di aver «avuto la custodiaì in carcere per un giornalista, non c’è una denuncia, non c’è un capo di imputazione. Mi devo difendere. Non posso riassumere 14 mesi di ingiustizie, rispondo di cose inesistenti».
Al termine dell’udienza davanti al Tribunale di Bologna per il processo di ‘Ndrangheta “Black Monkey” c’è stata una discussione accesa tra due cronisti (Lirio Abbate dell’Espresso e Attilio Bolzoni di Repubblica), i legali di Nicola Femia, imputato e detenuto, e alcuni familiari dell’uomo. I giornalisti hanno chiesto espressamente al legale e al figlio di Femia di chiedere all’uomo di ritirare le accuse rivolte a Giovanni Tizian, cronista sotto tutela, e di chiedere scusa in aula. Una posizione, comunque, non condivisa dai familiari e dall’avvocato.