La diffida dell'Anaoo: «Illegittima la nomina di Moretti»

LAMEZIA TERME «Alessandro Moretti non assuma l’incarico di commissario straordinario dell’Asp di Cosenza». È quanto si legge in una diffida che i vertici dell’Anaoo-Assomed (una delle maggiori organizzazioni di medici) hanno inviato al presidente del Consiglio dei ministri e ai ministri di Economia, Salute e Affari regionali. Secondo i rappresentanti dell’Anaoo-Assomed, la delibera della giunta regionale con cui viene defenestrato Gianfranco Scarpelli nominato il suo sostituto «non può produrre nessun effetto se non è validata a un successivo decreto del commissario ad acta». Essendo Peppe Scopelliti sospeso dalle funzioni dopo la condanna rimediata nel processo Fallara, i due firmatari della diffida – Sergio Abonante e Gianluca Scaffidi – chiedono pure di «volere nominare, con sollecitudine, la figura del commissario ad acta individuando un soggetto di provata esperienza, capacità e competenza (l’onestà e la moralità costituiscono pre-requisito) al di sopra degli interessi di parte, dei clientelismi e della guerra per bande scatenatasi sulla sanità calabrese dove non vengono nemmeno rispettati gli stessi accordi sottoscritti con il governo» e invitano «i subcommissari al loro dovuto intervento d’ufficio in merito ad un atto che interferisce con i poteri dell’organo commissariale e crea una situazione illegittima e foriera di caos gestionale a danno degli utenti del servizio».
In buona sostanza, sempre a sentire Abonante e Scaffidi, nulla può essere cambiato rispetto all’Asp di Cosenza. Per questo motivo si sollecita la giunta «a rettificare celermente la delibera di rimozione del direttore generale dell’Asp di Cosenza mantenendo lo stesso direttore generale nell’incarico fino ad avvenuta esecutività – con emanazione di specifico decreto del commissario ad acta – della nomina del commissario straordinario».
Se Moretti dovesse insediarsi alla guida dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, l’Anaoo-Assomed non esiterà a presentare un esposto alla Procura di Catanzaro e alla Corte dei conti «in quanto la Regione Calabria non può essere esclusa dallo stato di diritto in nome del quale vengono amministrate le altre Regioni». (0030)