Durante l’interrogatorio durato oltre 3 ore, tenuto nella giornata di ieri nell’ufficio del Gip, Massimiliano Cedolia risponde così all’accusa di truffa: «I frati sapevano tutto!». Cedolia è stato tratto in arresto una settimana fa per avere investito in Borsa grosse somme di denaro e per aver effettuato bonifici privati con i soldi provenienti dalle offerte al santuario di Paola. Assieme allo stesso, sono cadute nella rete altre 10 persone legate a Cedolia da una rapporto di parentela (tra cui la moglie, il padre e la madre dell’accusato).
Secondo quanto riferito da Massimiliano Cedolia al Gip del tribunale di Paola, Carmine De Rose, a partire dal 2012, con l’avvento nel santuario paolano del nuovo economo, padre Franco Russo, i frati erano al correte dei movimenti finanziari che venivano effettuati in Borsa con i soldi dei fedeli. Sempre da quanto si evince dall’interrogatorio, i frati sarebbero stati a conoscenza dei movimenti perché anch’essi possessori della password per la gestione dei conti online.
Ad ogni modo, per Massimiliano Cedolia – agli arresti domiciliari dal 24 giugno scorso – non è stata fatta alcuna richiesta di scarcerazione da parte dei legali Giuseppe Bruno e Gianluca Garritano.
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