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INCHINO A CASA DEL BOSS | Nunnari: i preti dovevano scappare

COSENZA «Dispiace che i preti non abbiamo avuto il coraggio non di andare via, ma di scappare dalla processione. Quando i carabinieri hanno lasciato, i preti dovevano scappare dalla processione. Av…

Pubblicato il: 07/07/2014 – 11:00
INCHINO A CASA DEL BOSS | Nunnari: i preti dovevano scappare

COSENZA «Dispiace che i preti non abbiamo avuto il coraggio non di andare via, ma di scappare dalla processione. Quando i carabinieri hanno lasciato, i preti dovevano scappare dalla processione. Avrebbero dato un segnale e di questi segnali abbiamo bisogno». Lo ha detto all’Ansa il presidente dei vescovi calabresi e arcivescovo della diocesi di Cosenza-Bisignano, monsignor Salvatore Nunnari. «Siccome sotto la Vara può capitare che ci sia il mafioso di turno che fa poi il capo, allora bisogna avere il coraggio di fermare le processioni. Se fossi vescovo di quella città per un po’ di anni non ne farei e credo che sarebbe cosa gradita alla Madonna», ha aggiunto Nunnari. Che va oltre: «Ancora oggi permettiamo che si svolgano processioni dove la Santa Patrona è degli altri? So bene, per la mia esperienza, cosa sia questa attività popolare che esplode in anarchia religiosa. Cioè sotto la vara loro non si sentono dipendenti da alcuna gerarchia e sentono di avere un rapporto loro personale con il Padreterno, la Madonna e con i Santi». «È un episodio doloroso – ha ribadito Nunnari –, da esecrare ma è anche da leggere in un contesto preciso di una realtà che tarda a cambiare e purtroppo ci si trova anche qualche prete implicato. Il vescovo di Oppido è stato chiaro nel condannare e soprattutto nel riservarsi di prendere provvediment. È un fatto grave – ha aggiunto parlando con l’Ansa – ma è un fatto che va spiegato anche con una mentalità distorta di uomini che di fede non hanno nulla e che purtroppo non abbiamo educato a questa fede. Ci sono delle volte, recenti anche, ma soprattutto remote, in cui l’attività popolare che può essere un avvio alla fede spesso diventa un fatto di anarchia religiosa. Chi sta sotto la vara non vuol sentire nulla di gerarchia. E allora ci scappa di mano anche l’episodio grave di cui, come vescovo e presidente dei vescovi calabresi, dico tutto il male per ciò che è avvenuto». «In una lettera pastorale – ha detto monsignor Nunnari – ho scritto ciò che è stato detto anche dal procuratore di Reggio Calabria e cioè che non bastano più le omelie. Bisogna avere il coraggio di tagliere di netto». «Oltre ad esecrare – ha proseguito – cerco le cause che sono lontane, ma anche recenti. Adesso è il tempo di un maggiore silenzio e di una maggiore azione. Le chiacchiere sono chiacchiere, adesso andiamo ai fatti». (0050)

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