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Il pride calabrese invade la città dello Stretto

REGGIO CALABRIA Quando la folla – colorata, festosa, orgogliosa – ha invaso l’Arena dello Stretto, coprendo le gradinate di striscioni, bandiere, cartelli, adesivi, soprattutto di duemila persone s…

Pubblicato il: 19/07/2014 – 20:24
Il pride calabrese invade la città dello Stretto

REGGIO CALABRIA Quando la folla – colorata, festosa, orgogliosa – ha invaso l’Arena dello Stretto, coprendo le gradinate di striscioni, bandiere, cartelli, adesivi, soprattutto di duemila persone stanche per il lungo corteo ma felici, fra gli organizzatori serpeggiava quasi l’incredulità. “Davvero – si dicevano – si è concluso il primo pride regionale calabrese”. “Davvero – urlavano gli occhi, i volti sudati, stanchi ma soddisfatti di chi a questo evento lavora da mesi – siamo riusciti a invadere il centro cittadino di una città compassata e formale come Reggio Calabria con i nostri carri, la nostra gente e chi con noi non ha paura e vuole combattere”.

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Non può che definirsi un successo pieno la manifestazione organizzata dai comitati dell’Arcigay calabrese assieme ad altre associazioni – Libera, la collettiva AutonoMia, la Croce rossa, la Lidu (Lega internazionale diritti dell’uomo) – che pur non preoccupandosi  precipuamente di tematiche Lgbt, hanno voluto essere presenti e costruire insieme l’appuntamento. “Per noi – dice Luciana Bova della collettiva Autonomia, le femministe che hanno deciso di scendere in piazza con la kefya palestinese sulle spalle – questa manifestazione significa affermare il diritto alla felicità, all’autodeterminazione di tutti. Per questo oggi al gay pride, sfiliamo portando i simboli della Palestina. Noi testimoniamo il diritto a esistere”. E la battaglia perché “chiunque possa amare chi vuole” – spiegano dall’organizzazione – significa schierarsi anche contro le mafie, che pretendono di imporre la propria mentalità retriva e il loro oscurantismo. Rivendicazioni forti, ma lungi dall’essere un corteo arrabbiato è una vera e propria festa con carri, musica, palloncini, striscioni, cartelli, slogan, bandiere  quella che invade il conformista centro di Reggio.

 

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Attorno ai due carri – uno organizzato dai comitati reggini, l’altro da quelli di Cosenza – si raggruppa il grosso del corteo, fra musica – con dj che si alternano alla consolle – qualche sporadico slogan, molti sorrisi e applausi che riempiono il corso quando dall’organizzazione arriva l’annuncio: “Siamo quattromila”.

 

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Una festa cui si sono aggregati tanti cittadini, ma anche partiti, sindacati, associazioni, organizzazioni, onlus, che nei giorni scorsi hanno fatto arrivare la propria solidarietà e il proprio appoggio all’iniziativa. In tanti fra i personaggi più o meno noti della politica cittadina marciano in ordine sparso, ma solo la Cgil e Rifondazione comunista, hanno scelto di organizzare un proprio spezzone. Assenti  invece i nomi noti della politica regionale, primo fra tutti l’ex governatore Giuseppe Scopelliti, che nei giorni roventi della polemica si era lasciato scappare un’infelice dichiarazione nel corso di un’intervista: «Noi non vogliamo uomini che sono innamorati di altri uomini. A noi piace l’idea di mettere in campo uomini che siano innamorati di donne, che amino il rapporto di coppia e che individuano nel rapporto di un matrimonio un uomo e una donna». Uno scivolone cui all’epoca era seguita una riunione “di chiarimento” con l’Arcigay cittadina e regionale, assieme ad altri comitati immediatamente insorti contro le dichiarazioni dell’allora governatore, al termine della quale non solo era stato strappato il massimo sostegno della Regione all’iniziativa, ma anche la promessa di una presenza “in prima fila” al pride da parte dei notabili di Palazzo Campanella. Una promessa rimasta solo metaforica – in testa al corteo sfilavano due spauriti lavoratori del consiglio regionale, con a spalla il gonfalone – ma su cui l’Arcigay sembra oggi voler glissare «non l’aveva mai detto ufficialmente», i cui militanti promettono però battaglia e costante attenzione sulle promesse fatte ormai qualche mese fa dai massimi vertici della politica locale. «Ma sono questioni di cui ci occuperemo in seguito – hanno affermato – siamo di fronte a un evento straordinario». Questo pride – ha d ettoil presidente reggino dell’Arcigay Lucio Dattola – vuole parlare alle persone, non alle istituzioni, vuole dire a tutti di realizzare il proprio pride nella vita, di essere liberi di quel che si è, orgogliosi di quel che si è».

 

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Qualcuno ci ha provato a rovinare la festa. Lo ha fatto Forza Nuova, nelle ore precedenti alla manifestazione diffondendo una nota velenosa che si scaglia contro la manifestazione, come pure Nino Spirlì, autore televisivo originario di Taurianova, che dalle colonne del Giornale ha duramente criticato la manifestazione a suo dire utile solo alle “associazioni che la organizzano (spesso con sovvenzioni pubbliche e patrocini complici) e che hanno urgenza di diventare visibili e “sdoganate” agli occhi nostri”.

 

 

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Ma a rovinare una giornata di festa ci hanno provato anche uno sparuto gruppo di pentecostali, che a margine del corteo hanno iniziato a distribuire volantini per “la redenzione degli omosessuali”. Ma la risposta – sottolinea Dattola – l’ha data la gente, incurante delle provocazioni ha invaso la città rivendicando il proprio diritto ad essere semplicemente quel che si è. (0050)

 

Alessia Candito

a.candido@corrierecal.it

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