Il cd di Maria Perrotta fa incetta di premi
Ottima affermazione critica per il compact disc Decca della pianista cosentina Maria Perrotta, contenente la registrazione dal vivo di un suo recente concerto milanese all’Università Bocconi: in…

Ottima affermazione critica per il compact disc Decca della pianista cosentina Maria Perrotta, contenente la registrazione dal vivo di un suo recente concerto milanese all’Università Bocconi: in programma le tre ultime Sonate di Beethoven op. 109, 110, 111 e lo Studio op. 8 n. 2 di Scriabin quale fuoriprogramma. La nota rivista mensile Amadeus diretta da Gaetano Santangelo l’ha scelto come miglior cd del mese di luglio 2014 nel numero da pochi giorni in edicola.
Il cd, che ha segnato il debutto discografico per la Decca di Maria Perrotta, prima pianista donna italiana nella storia a incidere per la prestigiosa etichetta inglese, ha così fatto incetta di premi: “5 Stelle Amadeus” e “CD del mese” come “Voto artistico” e “5 Stelle Amadeus” come “Voto tecnico”. La recensione è firmata dall’autorevole critico musicale Cesare Fertonani, docente di Musicologia e Storia della musica all’Università degli Studi di Milano. Eccone il testo integrale: «Registrato dal vivo nell’aula magna dell’Università Bocconi di Milano, questo cd rivela la personalità di un’artista ancora poco conosciuta, per lo meno al grande pubblico. Una vera artista, su questo nessun dubbio. Studi dapprima a Cosenza (sua città natale), poi a Milano, Parigi, Imola, in Germania e a Roma, quindi una carriera avviata con la discrezione sicura di chi sa di valere ma non lo ostenta affatto, Maria Perrotta vive attualmente a Parigi dove ha seguito il marito, baritono nel coro dell’Opéra Bastille. Il suo debutto discografico per Decca con le tre ultime Sonate di Beethoven ha una felicità di tocco davvero rara. A colpire non è tanto l’assoluta mancanza di imbarazzo nei confronti di questi monumenti, quanto piuttosto la freschezza dell’atteggiamento e delle idee e il senso di straordinaria libertà che ne animano l’esecuzione. Per quanto riguarda il tipo di approccio, è chiaro che Maria Perrotta legge la terna di Sonate come la porta favolosa che si apre sul mondo romantico e sui suoi sogni. Ma questo di per sé non è originale né ci dice granché sulla sostanza e la qualità poetica di un’interpretazione in cui all’intensa affettuosità dei contenuti e dei modi, alla morbida flessibilità della pronuncia e del fraseggio strumentale, alla capacità non comune di riconsiderare sotto una nuova luce non soltanto passaggi e giri di frase ma anche timbri e colori, corrisponde la restituzione di un disegno formale perfettamente compiuto e coerente». (0050)