LAMEZIA TERME I soldi per le primarie “istituzionali” non ci sono. Chi lo dice? La presidente “facente funzioni” della giunta regionale, Antonella Stasi. È stata lei a indire le consultazioni per il 21 settembre ed è sempre lei – quasi ingenuamente – ad ammettere che no, la Regione non ha i soldi necessari per farle celebrare. Un particolare non da poco, se si considera che proprio le primarie sono l’ostacolo a un rapido ritorno alle urne dei calabresi.
Nessuno avrebbe saputo nulla se la Stasi non fosse stata colta in castagna da Gianluca Callipo, il candidato renziano del centrosinistra che – d’accordo con i vertici del partito – ha deciso di rinunciare alle primarie “per legge” per partecipare a quelle “fai da te”, quindi non a spese del bilancio della Regione. A differenza di Franco Corbelli e del suo movimento Diritti civili, che ha invece deciso di avvalersi di questo strumento “democratico” con tutte le conseguenze politiche e istituzionali del caso.
La verità salta fuori durante uno scambio di battute su Twitter. Callipo scrive alla Stasi: «Destini i due milioni di euro risparmiati dalla primarie di Corbelli alle borse di studio per gli universitari calabresi». La risposta della “governatrice” arriva a stretto giro, ed è spiazzante: «Intanto al momento i due milioni di euro nel bilancio regionale bisognerebbe trovarli». Quindi, a dare per buona l’affermazione della Stasi – che, dato il ruolo, è la personalità più accreditata per spiegare come stanno davvero le cose –, le primarie non possono essere svolte perché mancano le risorse necessarie. Aspetto subito rilevato dallo stesso Callipo: «Allora di che parliamo se i fondi per le primarie non ci sono? Consenti ai calabresi di tornare alla democrazia. Subito». Il giovane candidato del Pd coglie appieno il controsenso di tutta questa storia. La Stasi emana il decreto che indice le primarie e subito dopo si affretta a spiegare che, visto Corbelli non ha rinunciato a parteciparvi, irrimediabilmente la data delle elezioni – indicata dalla stessa presidente al 12 ottobre – «deve slittare». La conclusione è logica: i calabresi non possono tornare alle urne e rinnovare i loro organi democratici a causa delle primarie, che però non si possono fare perché la Regione è in braghe di tela. La Stasi, forse conscia della gaffe postata su Twitter, prova a rimediare: «Se il Pd convince Corbelli a ritirarsi dalle primarie, la Calabria risparmia due milioni (che non ha, ndr) e votiamo a ottobre». Ma ormai il danno è fatto. Una specie di conferma ufficiale per quanti finora hanno sospettato che dietro il balletto di date ci sia un grande imbroglio (politico) per mantenere in vita una legislatura formalmente morta lo scorso 3 giugno.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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