VIBO VALENTIA La foto, che gira su Facebook già da ieri sera, ritrae il nuovo presidente della Provincia di Vibo, Andrea Niglia, affiancato dal segretario nazionale della Cisal, Francesco Cavallaro, e da Francesco De Nisi, esponente di primo piano dell’area renziana del Pd. I tre sono sorridenti e visibilmente soddisfatti. Uno stato d’animo condiviso, giusto per fare un esempio, anche da Jole Santelli, leader dei berlusconiani calabresi, che ha commentato così la vittoria di Niglia: «Vibo Valentia sta dando grandi soddisfazioni a Forza Italia». Per il suo “alleato” Tonino Gentile, invece, «ha vinto un’insalata mista», per altro «mal condita».
Tanto dovrebbe bastare a far capire quanto eterogenea e controversa sia stata la formazione della lista risultata vincente, frutto di un’alleanza trasversale di cui il Corriere della Calabria aveva anticipato i contorni prima dell’ufficializzazione delle liste. I protagonisti dell’accordo tra pezzi di Pd, Fi, Ncd e FdI, sono proprio l’ex presidente democrat De Nisi (vicino a Gianluca Callipo), Salvatore Bulzomì (consigliere regionale azzurro), Franco Bevilacqua (ex senatore di Fratelli d’Italia) e Nazzareno Salerno (assessore regionale di stretta osservanza scopellitiana). Esponenti di aree politiche che alle prossime elezioni regionali dovrebbero darsele di santa ragione, dunque, si sono uniti «per il bene del territorio», ma soprattutto per sconfiggere i rispettivi nemici interni ai partiti di appartenenza, dimenticandosi che fino a pochi mesi fa si sono rimbalzati addosso accuse e veleni proprio in merito alla gestione della Provincia. Ma tant’è: bisognava trovare un candidato che fosse espressione di una sintesi tra, per esempio, Pd e FdI, ed è saltato fuori Niglia. La sua candidatura sarebbe stata sponsorizzata proprio da Cavallaro – sindacalista ed ex sindaco di Dinami cui il neo presidente è molto legato –, che sarebbe contemporaneamente vicino sia a De Nisi che a Salerno.
Il 38enne Niglia è stato eletto sindaco di Briatico nel maggio scorso, a capo dell’unica lista che scese in campo alle elezioni, della quale faceva parte anche Costantino Massara, ex primo cittadino – oggi assessore – la cui amministrazione è stata sciolta per mafia nel 2003. Una situazione che non è sfuggita al Coordinamento nazionale antimafia “Riferimenti” che, in una nota, chiede al prefetto di Vibo e alla Commissione parlamentare antimafia di «verificare e fare piena luce sull’elezione del presidente della Provincia di Vibo Valentia sulla quale pesano gravi ombre, considerata anche la denuncia della consulente della Commissione antimafia Angela Napoli». Il coordinamento chiede che «venga esaminata – prosegue la nota – con attenzione la relazione del commissario straordinario al comune di Briatico dottoressa Ingenito, agli atti della Commissione parlamentare antimafia. Precedenti sembrano esserci anche agli atti dell’inchiesta “Pantarei”. Tale candidatura alla Provincia, sarebbe scaturita da un grande accordo tra Ncd, Pd, Forza Italia e Fratelli d’Italia nella nuova logica che regola le elezioni provinciali e che esclude il voto popolare favorendo i grandi accordi che in una regione come la Calabria si rivelano molto pericolosi».
Nella lista targata “Pd – amministratori vibonesi indipendenti”, riconducibile all’area ex cuperliana del Pd che fa capo al deputato Bruno Censore, è stato invece candidato Salvatore Vallone, dichiarato decaduto dal consiglio comunale di Mileto perché incandidabile per mafia. Ma gli impresentabili, tanto per non farsi mancare nulla, c’erano in tutte e tre gli schieramenti: su diversi candidati, alcuni dei quali eletti, ci sarebbero sospetti – secondo quanto emerso da inchieste come “Libra”, “Black Money” e “Luce nei boschi” – di presunti legami e «cointeressenze» con alcune tra le ‘ndrine più attive sul territorio.
Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it
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