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«È solo satira»

Riceviamo e pubblichiamo   Sul Corriere della Calabria è uscito a firma Bellantoni un articolo che contiene alcune iperboli in merito a delle mie vignette satiriche pubblicate sulla mia bacheca…

Pubblicato il: 17/10/2014 – 16:44
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Riceviamo e pubblichiamo

 

Sul Corriere della Calabria è uscito a firma Bellantoni un articolo che contiene alcune iperboli in merito a delle mie vignette satiriche pubblicate sulla mia bacheca facebook, che è necessario precisare. La satira fa male, quando colpisce nel segno, e a quanto pare ha molto colpito visto che è stata data un’interprezazione alquanto amicale da parte dell’articolista sulle vignette pubblicate. Non è stata accostata nessuna candidata a famose pornostar e non ci sono commenti irriferibili, dopo di che, io non posso di certo levare la malizia dagli occhi di chi guarda.

La vignetta con “i meloni” metteva in evidenza l’imbronciatura di una candidata di cui era stata criticata la precedente immagine istituzionale, troppo furba e troppo mirata all’attrazione fisica. La banana era l’unico frutto che messo capovolto dava l’impressione dell’imbronciatura, ma qualsiasi altro frutto si fosse adoperato, vuoi una fava o un cetriolo, il riferimento fallico, in chi ce lo voleva vedere, ci sarebbe comunque stato.

La vignetta con “Cece’ o’ pazzariello” richiama al famoso film con Totò, “L’oro di Napoli” ed è finito in una vignetta intitolata “L’oro di Reggio” perché il candidato del M5S in una sua dichiarazione ha affermato che occorre usare le criticità di Reggio per creare posti di lavoro, che è la peggiore politica di questo mondo, perché poi accade che le criticità restano sempre irrisolte, altrimenti addio posti di lavoro e furbi che ci lucrano sopra.

La vignetta sul richiamo al dress code, per un’altra candidata, serviva ad evidenziare come scarsa fosse l’attenzione verso il consumo critico da parte di chi si proponeva quale portavoce del M5S, il quale del consumo critico ne fa una delle sue principali battaglie.

Vi è poi la vignetta in cui Giordano viene rappresentato come un goffo volatile e Falcomatà come un uccello da preda, il quale ultimo altro non deve fare che attendere gli assist lanciati dal candidato del M5S, come il richiamo allo slogan “la svolta”. La vignetta sul “Movimento Chi l’ha Visto” richiama l’attenzione sulla poca trasparenza nella presentazione dei candidati, di cui nulla si sa, di molti nemmeno l’immagine si conosce, nonostante che stando alle “regole” questi avrebbero dovuto addirittura pubblicare i loro Cv e mettere in piedi una piattaforma con cui confrontarsi con i cittadini.

Per non parlare poi della cosa gravissima, relativamente all’etica della buona politica, per cui nella stessa lista sono presenti il marito in qualità di candidato a sindaco e la moglie in qualità di capo lista, e questo non certo in un comune di poche centinaia di abitanti.

Io non sono un “hater” come sostiene il signor Bellantoni, io ho solo fatto il lavoro che avrebbe dovuto invece fare lui e anche il riferimento alla mia professione, come fosse una colpa sociale, già apparso in un altro articolo infamatorio, fa sorgere il sospetto che la gola profonda che gli ha dettato l’articolo è la stessa.

Alla lista Giordano, che io proprio non identifico con il M5S, le mie vignette danno molto fastidio perché li mette a nudo e allora scalciano scompostamente e il fatto che io abbia dato la mia disponibilità per una proposta alternativa non mi costringe ad una disciplina di partito, in un movimento che partito non è, e meno che meno mi costringe a chiudere gli occhi di fronte a evidenti scompostezze.

 

Roberto Scaramuzzino

 

Il diritto di satira è sacrosanto. Così come lo è il diritto di sottolineare la stranezza di un ex candidato alle comunali di Reggio che, andate male per lui e la sua lista le consultazioni online, comincia a sparare a zero (con sarcasmo, certo) contro quelli che dovrebbero comunque essere i suoi “compagni di partito”. Quanto al riferimento alla professione, non si tratta di colpa sociale, né tanto meno di perseguire una volontà diffamatoria. Mi chiedevo solo se anche ai suoi studenti il professor Scaramuzzino insegni che la lotta politica si fa raffigurando le avversarie con una banana al posto della bocca. Mi sembra un chiaro accostamento machista nonché fortemente allusivo. Ma forse è vero: la malizia sta negli occhi di chi guarda. E di chi scrive? (P. B.)  

 

 

 

 

 

 

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