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Confiscato l'impero della cosca Fiarè-Razionale

ROMA Sono stati definitivamente confiscati i beni della cosca Fiarè-Razionale, riconducibili a Saverio Razionale, ritenuto elemento di vertice della stessa e condannato per associazione di tipo mafio…

Pubblicato il: 21/10/2014 – 9:19
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Confiscato l'impero della cosca Fiarè-Razionale

ROMA Sono stati definitivamente confiscati i beni della cosca Fiarè-Razionale, riconducibili a Saverio Razionale, ritenuto elemento di vertice della stessa e condannato per associazione di tipo mafiosa, già sequestrati nei mesi scorsi dal personale gli uomini del Centro operativo Dia di Roma. Gli investigatori dei centri operativi Dia di Roma e Reggio Calabria, sezione di Catanzaro, hanno eseguito oggi tra la Capitale e la provincia di Vibo Valentia il decreto di definitiva confisca, emesso dalla Corte d’appello di Catanzaro, su richiesta della Procura generale, riguardante una società di via Salaria a Roma; un bar-ricevitoria a San Gregorio d’Ippona (Vv), un appartamento a San Gregorio d’Ippona. Il patrimonio confiscato, per un valore di 7 milioni di euro, comprende anche un concessionario di auto con sede a Ionadi (Vv); 4 società operanti nel settore dell’edilizia con sede, le prime tre a Roma, l’ultima a Vibo Valentia; altri due appartamenti a Roma; un magazzino a Roma; 10 appartamenti tra Ionadi e Briatico (Vv); un terreno di 2mila mq nel Comune di Ardea (Roma); 5 autovetture; tre conti correnti bancari.

 

IL BOSS ANCORA LATITANTE

È considerato dagli investigatori elemento di vertice dell’omonima compagine criminale Saverio Razionale, 53 anni, di San Gregorio d’Ippona a cui stamane la Dia ha confiscato beni per 7 milioni di euro fra Roma e il Vibonese. Attualmente latitante, Razionale è stato condannato con sentenza definitiva per il reato di associazione mafiosa al termine del processo in abbreviato scaturito dall’operazione antimafia della Dda di Catanzaro denominata “Rima”. Viene ritenuto il numero due della cosca Fiarè di San Gregorio d’Ippona. Razionale viene collocato al vertice del clan sin dagli anni ’80, dopo l’attentato in cui perse la vita, in un agguato a Pizzo Calabro, il precedente capo della cosca Giuseppe Gasparro detto “Pino u gatto”, zio di Razionale, il quale nello stesso agguato rimase a sua volta ferito. Razionale si era trasferito a Roma nel 2005 dopo il suo arresto nell’operazione “Rima” e la successiva scarcerazione per scadenza dei termini di custodia e per sfuggire alle attenzioni delle forze di polizia. Nella Capitale sarebbe riuscito a creare una rete criminale specializzata nel reinvestimento in beni immobili e attività  commerciali di proventi illeciti. Sempre a Roma sarebbe riuscito ad infiltrarsi pure negli appalti pubblici.

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