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Volano gli stracci nel M5S reggino

REGGIO CALABRIA Volano gli stracci nel Movimento Cinquestelle reggino. E se – almeno ufficialmente – nessuno dei candidati pentastellati in lizza per le comunali ha voluto commentare la denuncia – di…

Pubblicato il: 22/10/2014 – 17:46
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Volano gli stracci nel M5S reggino

REGGIO CALABRIA Volano gli stracci nel Movimento Cinquestelle reggino. E se – almeno ufficialmente – nessuno dei candidati pentastellati in lizza per le comunali ha voluto commentare la denuncia – divenuta di dominio pubblico – dei presunti brogli che avrebbero portato Vincenzo Giordano e la sua lista ad affermarsi nella consultazione interna per decidere chi avrebbe ufficialmente rappresentato i Cinquestelle nella battaglia del 26 ottobre, adesso è proprio sull’aspirante sindaco grillino che si addensano critiche, dubbi e polemiche. Nel mirino dell’area – sempre più larga – della “dissidenza” Cinquestelle a Reggio Calabria, sono finiti i numerosi incarichi che sarebbero stati collezionati da Giordano – di professione architetto – a Palazzo San Giorgio. Stando al curriculum che lui stesso ha messo a disposizione di attivisti e militanti, l’aspirante sindaco pentastellato, – a meno di tre anni dalla laurea e a poco più di due dall’iscrizione all’albo, sottolineano gli attivisti sui social network – avrebbe iniziato a macinare incarichi, firmando alcuni dei progetti più contestati dell’amministrazione Scopelliti, come la riqualificazione di piazza Carmine o la costruzione della darsena di Catona e di Pellaro. Ma nel curriculum di Giordano – messo oggi in piazza dagli attivisti – ci sono ben quindici lavori, di diversa natura e diverso importo, che spaziano da interventi al cimitero di Condera e Croce Valanidi a un parcheggio in via Rausei, da una scuola materna a Spirito Santo a un campo di calcio a Bocale, dalle opere murarie dell’auditorium De Amicis, di cui in precedenza aveva curato il progetto degli arredi, alla Strada Trunca/S. Venere. Consulenze e progetti che il movimento non vede di buon occhio, anzi addirittura con sospetto, come pure gli incarichi assunti dall’architetto in qualità di amministratore di condominio di diverse imprese reggine. Tutte questioni che a livello locale stanno esacerbando gli animi e avvelenando il clima, ma che soprattutto stanno tracciando una linea di demarcazione sempre più profonda fra i sostenitori di Giordano – su cui il senatore Francesco Molinari ha steso la propria ala protettrice – e gli altri meet up reggini, da sempre più vicini al senatore Nicola Morra. Una faida ormai nota, che si è alimentata anche delle polemiche nate attorno alla gestione del “caso Pantano”. Se nell’imminenza dell’arresto dell’ex consigliere comunale di San Ferdinando, nonché fra i principali animatori del locale meet up dato come molto vicino alla corrente “molinariana” del movimento, unanime era stata la sconfessione, ha fatto scalpore – e creato non pochi malumori – l’estromissione dalla lista per le regionali di Ferdinanda Rombolà, espressione dello stesso gruppo cui il M5S ha chiesto di fare un passo indietro. Una decisione maldigerita dall’attivista, ma anche da un fronte più ampio di “molinariani” che hanno letto la manovra come un attacco alla propria corrente in Calabria. Ma soprattutto l’ennesima occasione di scontro fra due anime del movimento sempre più diverse e divise. Forse non solo nella città calabrese dello Stretto. Se a Reggio i due schieramenti vivono ormai in clima da “separati in casa”, di certo le cose non sembrano andare meglio né in Calabria, né a livello nazionale, dove il caso Reggio rischia di diventare il “casus belli” per la resa dei conti.  

 

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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