L'antidoto di Oliverio
LAMEZIA TERME La Calabria esce distrutta dal rapporto Svimez, dalla cattiva gestione dei Fondi di programmazione e da quella del territorio da parte della classe dirigente. L’antidoto, per il candida…

LAMEZIA TERME La Calabria esce distrutta dal rapporto Svimez, dalla cattiva gestione dei Fondi di programmazione e da quella del territorio da parte della classe dirigente. L’antidoto, per il candidato del Pd a presidente della Regione Mario Oliverio, sta in tre parole magiche: determinazione, competenza e unità. Concetto, quest’ultimo, scomodato, tra l’altro, a più riprese durante le ultime uscite pubbliche.
Un grido di allarme, il suo, più che un analisi in senso lato, che non tralascia «la drammatica situazione economica e sociale in cui si dibatte la Calabria, ultima in tutto, emersa nell’ultimo Rapporto Svimez, senza contare il briefing di presentazione di Bruxelles sull’adozione dell’accordo di partenariato con l’Italia secondo cui la nostra regione perderà i fondi della programmazione 2007-2013 perché non sarà in grado di spenderli entro il periodo di programmazione fissato alla fine dell’anno 2015. Tutto ciò – prosegue Oliverio – da un’immagine della Calabria in ginocchio, distrutta, ridotta a cumuli di macerie».
«Questo – continua il candidato alla presidenza della Regione – affonda radici e responsabilità nell’azione di governo di Scopelliti e del centrodestra che, in questi anni, attraverso politiche fallimentari, totalmente sorde e insensibili alle richieste provenienti dalle popolazioni e dai territori, hanno spinto la nostra regione nella palude dell’isolamento, dell’immobilismo e dell’arretratezza. Di fronte a questa situazione gravissima, agiremo con grande fermezza e determinazione, voltando immediatamente pagina e innescando processi di rinnovamento radicale nei metodi e negli strumenti dell’azione di governo, sciogliendo le catene che da troppi anni soffocano questa regione e azzerando definitivamente gli interessi trasversali che hanno retto finora la società calabrese e che le hanno impedito di crescere. Non un euro dovrà essere sprecato o perduto, e a tutti i cittadini dovranno essere garantiti i diritti fondamentali e una migliore qualità della vita, del lavoro e dell’ambiente».
«La Calabria – aggiunge Oliverio – dovrà diventare una regione normale, attraverso una vera e propria rivoluzione culturale di cui dovranno essere protagonisti i territori, le forze sociali e ogni singolo cittadino calabrese. Nell’opera di ricostruzione che avvieremo appena eletti e che richiederà esperienza, competenza e, soprattutto, forte coesione ed unità, chiederemo al governo nazionale strumenti e occasioni per costruire condizioni di crescita e di sviluppo». «Sono sicuro – continua l’interessato – che ce la faremo. Anche qui, nell’ultima regione d’Italia, si può dare vita a un percorso virtuoso e positivo, necessario per dare un futuro di speranza e di crescita ai giovani, alle imprese, alle professioni e ai territori. Nessuno ci regalerà nulla. È venuto il momento di dimostrare al Paese che costruire un’altra Calabria è possibile, e che la nostra è una terra capace di costruire, con le proprie mani, il proprio futuro – conclude Oliverio – e quello dei suoi figli».
z. b.