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Una grave dimenticanza

Hanno tentato di metterci una pezza, levando (ovviamente senza spiegare l’accaduto e men che meno scusandosi) dal sito istituzionale del consiglio regionale della Calabria quel “vademecum al voto” …

Pubblicato il: 10/11/2014 – 13:32
Una grave dimenticanza

Hanno tentato di metterci una pezza, levando (ovviamente senza spiegare l’accaduto e men che meno scusandosi) dal sito istituzionale del consiglio regionale della Calabria quel “vademecum al voto” attraverso il quale si stava portando a compimento una colossale e gravissima, anche sotto il profilo penale, opera di disinformazione elettorale.

Non basta. Occorre subito sapere chi ha compiuto quella maldestra operazione ed eliminare ogni dubbio sulla matrice della stessa: è imputabile ad una elevata sommatoria di ignoranza e carenza assoluta di professionalità? Oppure è stato un maldestro tentativo operato in malafede e mirante a invalidare un bel numero di voti?

Il presidente del consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico, si obietterà, è troppo concentrato sulla sua campagna elettorale per poter badare a quel che capita nel Palazzo che occupa in maniera quantomeno disinvolta. No pare che sia così, visto che Talarico il tempo per infornare un’ennesima nomina lo aveva trovato: incurante del fatto che mancano una manciata di giorni al voto, aveva riunito l’ufficio di presidenza per promuovere a segretario generale Giovanni Fedele. Poco importa, al trasparentissimo Talarico, che trattavasi di promuovere il fratello di un assessore in carica e per giunta candidato nello stesso raggruppamento elettorale nel quale è candidato il Talarico medesimo.

Talarico e i suoi sodali sanno benissimo che la semplice rimodulazione del vademecum che spiega come si vota il 23 novembre prossimo, attenua il danno ma non lo risana. Sanno benissimo che la modifica della pagina on line, purtroppo per Talarico & co gli orologi dei server non sono falsificabili, è avvenuta soltanto dopo che il Corriere della Calabria aveva rilevato la falsa reintroduzione del “voto disgiunto”. Basta questo per mettersi le carte a posto? Nient’affatto, serve che adesso si spieghi chi ha redatto il manuale, chi lo ha revisionato, chi ne ha autorizzato la collocazione sul sito istituzionale. Solo con questo percorso di chiarezza potremo (forse) credere che di ordinaria incapacità si è trattato e non di malafede.  

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