CALABRIA AL VOTO | Le liste vincenti e le escluse
LAMEZIA TERME La maggioranza che sosterrà Mario Oliverio sarà composta da ben cinque formazioni. L’opposizione dovrà invece accontentarsi di sole tre sigle, cioè Forza Italia (12,40%), Casa delle lib…

LAMEZIA TERME La maggioranza che sosterrà Mario Oliverio sarà composta da ben cinque formazioni. L’opposizione dovrà invece accontentarsi di sole tre sigle, cioè Forza Italia (12,40%), Casa delle libertà (8,66) e Ncd (6,23). Nemesi per l’Udc: da “partito-stampella” della maggioranza scopellitiana a forza politica nemmeno rappresentata nel parlamentino regionale.
Pd über alles: il partito del neo-governatore è stato il più votato e raggiunge il 24% (23,91) con quasi 170mila voti di preferenza. Ottima performance anche per la “Oliverio presidente”, la formazione che schierava “tutti gli uomini del presidente”: raggiunto il 12% e messi in cascina circa 85mila x sulla scheda. Ce la fanno anche i Democratici progressisti. Il “Pd2” – nel quale hanno trovato spazio soprattutto gli amministratori locali dem – ottiene il 7% (quasi 50mila voti) ed entra per la prima volta a Palazzo Campanella. Supera di un punto percentuale la soglia di sbarramento anche “Calabria in rete”, che si attesta sul 5,23% con più di 37mila preferenze. E possono esultare anche Gianni Speranza e la sua “Sinistra”, che supera la montagna del 4% (4,47) e sarà rappresentata in Consinglio grazie ai circa 32mila voti ottenuti dalla lista.
Ma il dato più clamoroso riguarda il Centro democratico. Il grande risultato delle comunali reggine – che aveva permesso ai tabacciani di piazzarsi sopra il 7% – aveva illuso un po’ tutti su un esito diverso alle regionali. Invece il partito del coordinatore regionale Pietro Fuda si ferma al 3,44%, con poco più di 24mila voti, e viene estromesso dalla rappresentanza in assemblea regionale. Ancora una volta, Reggio si conferma la roccaforte di Centro democratico, che nel collegio Sud raccoglie il 6% con quasi 13mila voti. Ma il traino della città dell’ex consigliere Pasquale Tripodi e di Vincenzo Amodeo (entrambi candidati e, quindi, esclusi dal Consiglio) non è bastato, complice i risultati meno positivi ottenuti nelle altre due circoscrizioni. In quella Centro (Catanzaro-Vibo-Crotone) Fuda&co si fermano al 2,33% (solo 3.200 voti), mentre in quello Nord (Cosenza) al 2,64% (6.877).
Mastica amaro anche l’ex governatore Agazio Loiero. Il suo movimento, “Autonomia e diritti”, si blocca al 3,89%, a un passo dall’impresa. Chi fa peggio, nella gioiosa ma stavolta vincente macchina da guerra oliveriana è il Nuovo Cdu di Mario Tassone, che resta ben al di sotto del 4% con l’1,59% e solo 11.300 voti in tutta la regione.
Forza Italia, lontana dai numeri degli anni migliori, si conferma comunque il primo partito dell’opposizione: sopra il 12% con 87.852 preferenze. La seconda sigla della coalizione a supporto di Wanda Ferro, la Casa delle libertà, porta a casa l’8,66% (61.361). A non sorridere è Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia non oltrepassa lo sbarramento e ottiene solo il 2,36% con quasi 17mila voti.
Battaglia di pura testimonianza per il candidato governatore Domenico Gattuso e L’Altra Calabria. La sinistra alternativa si arresta sull’1,29% con 9.148 voti.
Ma il dato più clamoroso riguarda l’Udc dei Trematerra e dell’ex presidente del Consiglio Franco Talarico. Lo Scudocrociato si stabilizza sul 2,55% (18mila preferenze): un dato che aiuta la coalizione “Alternativa popolare”, guidata da Nico D’Ascola, di entrare in Consiglio, ma insufficiente per consentire agli stessi centristi di ottenere uno scranno in Astronave. E così il partito che negli ultimi 5 anni aveva fatto il bello e il cattivo tempo, ora si trova a dover affrontare la sua irrilevanza nella politica regionale. Talarico, dunque, lascia la presidenza del Consiglio. Per non tornarci più.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it