COSENZA «È da ieri che leggo sulla stampa che dovrei subire giudizio, in un’assemblea congiunta dei nostri Gruppi parlamentari, per tradimento di non si sa bene quali principi, come non è noto da chi è provenuta tale richiesta. È di dominio pubblico, invece, il continuo lavorio di chi, in questi lunghi mesi e alle spalle, mi ha avversato nella mia terra». Lo afferma in una nota il senatore del Movimento 5 Stelle, Francesco Molinari.
«Già, la mia terra, in nome della quale – aggiunge – mi sono opposto al pericoloso trasbordo delle armi chimiche siriane avvenuto senza le minime condizioni di sicurezza nel porto di Gioia Tauro: un’ennesima svendita di sovranità contro la volontà dei cittadini calabresi. Nell’opposizione a questa visione ancillare della Calabria sono stato coinvolto con il mio amico e collega “portavoce” alla Camera, Sebastiano Barbanti, del quale è stata chiesta l’espulsione da parte di chi rinnega la propria terra per ragion di stato. Ad oggi – invece – non vi è stata alcuna comunicazione di congiunta e quindi di ordine del giorno da parte del presidente del mio gruppo al Senato che riguardasse la mia persona».
«Comunque vada, dovessi subire giudizio – prosegue Molinari – per lo stupro della Calabria in difesa della mia terra e della mia gente, sarei onorato di affrontarne le conseguenze, così come hanno fatto i miei colleghi in Val di Susa, per difendere dallo scempio della Tav la loro terra. Ritengo che la difesa del territorio calabrese non possa avere meno valore o mi sbaglio? Attendo il giudizio a testa alta, sapendo che alcun principio ho violato, né del mio gruppo politico né di altro genere. Io non mi sono mai nascosto dietro le decisioni governative e mi dichiaro senz’altro colpevole di aver difeso i miei fratelli e le mie sorelle che sono costretti a sopravvivere in una terra bellissima quanto martoriata».
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