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Gli imprenditori calabresi bocciano la politica

CATANZARO Otto imprenditori su dieci concordano sull’incapacità dei vari livelli istituzionali calabresi di incidere sulle politiche di sviluppo economico e sociale. Al top della sfiducia ci sono p…

Pubblicato il: 01/12/2014 – 10:23
Gli imprenditori calabresi bocciano la politica

CATANZARO Otto imprenditori su dieci concordano sull’incapacità dei vari livelli istituzionali calabresi di incidere sulle politiche di sviluppo economico e sociale. Al top della sfiducia ci sono partiti e Regione, con oltre il 90 per cento di giudizi negativi del tessuto imprenditoriale, mentre sembrano migliorare le aspettative per il 2015. Lo rileva il rapporto annuale “Bcc Mediocrati-Demoskopika sull’andamento dell’economia locale. Secondo quanto emerge dalla ricerca, il livello di fiducia media che gli imprenditori ripongono sui livelli istituzionali è pari al 14,8 per cento.
Al primo posto c’è il presidente della Repubblica con il 26,2 per cento dei consensi, seguito da istituzioni europee e governo nazionale, rispettivamente con il 21,4 per cento e 19 per cento. A livello locale, spicca il dato del Comune (17,2 per cento), mentre il parlamento si posiziona all’11,6 per cento insieme alla Provincia, con l’11,3 per cento. Crolla la fiducia nella Regione, con appena il 7 per cento di credito, che precede i partiti politici (5 per cento).
S’impenna l’indice per forze dell’ordine (70,5 per cento) e associazioni di volontariato (61,7 per cento), seguite dalla Chiesa (57,8 per cento). Pollice verso, invece, nei confronti di sindacati (14,4 per cento), sistema bancario (20,3 per cento) e associazioni di categoria (29,1). La magistratura si colloca in una posizione intermedia, con poco più di un terzo dei consensi positivi (36,5). Chiaro il messaggio degli imprenditori in tema di priorità dell’agenda della politica: al primo posto c’è la riduzione della pressione fiscale sulle imprese (51,7), seguita dalla necessità di sostegni finanziari alle aziende in crisi (38,3).
E ancora: necessità di migliorare le condizioni di accesso al credito (17 per cento), riduzione del peso degli adempimenti amministrativi (14,7), potenziamento delle infrastrutture fisiche (11,8) e servizi avanzati (10 per cento). E le prospettive per il prossimo anno? Dopo tre anni, dal 2011 al 2013, di forte peggioramento, che hanno visto toccare nel 2013 il punto di minimo storico (40,9), l’indice di fiducia generale, nel 2014, inverte la sua tendenza e migliora di 21,1 punti, portandosi a quota 62 punti e tornando ai livelli del 2009.
«Il grave clima di sfiducia – afferma Nicola Paldino, presidente della banca di credito cooperativo Mediocrati – non fa che alimentare le difficoltà del tessuto imprenditoriale, che è in grande affanno e si trova ancora ad affrontare un percorso impegnativo, di lentissima salita, nell’uscita da una crisi economica divenuta epocale e molto difficile da superare. Il rapporto diviene la fotografia di una realtà che impone a tutti i protagonisti economici e istituzionali di valutare a fondo le potenzialità interne ed esterne al sistema e di scegliere le misure da adottare in concreto per ridare fiato e prospettive alle nostre imprese, ai lavoratori e alle famiglie della nostra provincia».
«I dati – sostiene invece Nino Floro, direttore dell’Istituto Demoskopika – pongono in evidenza il basso tasso di fiducia che gli imprenditori accordano a tutti i livelli e in particolar modo alle istituzioni locali, organi di governo regionale, provinciali e comunali e ai partiti quali strutture tradizionali del consenso politico. Una sfiducia che sembra tagliare trasversalmente tutti i settori dell’economia e dell’intera società civile».  

 

Clemente Angotti (ANSA)

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