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I contatti di Sculli con la mafia romana

LOCRI C’è anche il calciatore calabrese Giuseppe Sculli, nipote prediletto del boss Tiradritto, nell’entourage di quelli che la Direzione distrettuale antimafia di Roma considera i nuovi padroni cr…

Pubblicato il: 05/12/2014 – 16:11
I contatti di Sculli con la mafia romana

LOCRI C’è anche il calciatore calabrese Giuseppe Sculli, nipote prediletto del boss Tiradritto, nell’entourage di quelli che la Direzione distrettuale antimafia di Roma considera i nuovi padroni criminali della capitale. Stando a quanto emerge nell’informativa depositata agli atti dell’inchiesta “Mondo di Mezzo”, il delfino dell’ex Nar Massimo Carminati riconvertitosi in capo di Mafia Capitale, Giovanni De Carlo, avrebbe avuto diversi incontri con Sculli, attualmente indagato nell’inchiesta sul calcioscommesse della Procura di Cremona. I due – annotano i Ros nella loro informativa – sono stati visti più volte insieme nel noto ristorante “Met-Villa Brasini” a piazzale Ponte Milvio a Roma.

Ma, almeno una volta – sottolineano gli investigatori –, il centrocampista calabrese avrebbe incontrato anche lo stesso Carminati. È il 19 marzo 2012, nonostante non sia stato convocato, Sculli è nella capitale dove il suo Genoa gioca contro la Roma. In quell’occasione, incontra il massaggiatore della Lazio, Massimo Papola, che si presenta in hotel a bordo di una Smart insieme a una seconda persona, di circa circa 40-45 anni, con capelli rasati a zero. I controlli degli investigatori sveleranno che su quella Smart in passato era stato sottoposto a controllo proprio Massimo Carminati, all’epoca fermato proprio in compagnia di De Carlo. Insieme – si legge nell’informativa – i due incontreranno Sculli, per motivi che adesso toccherà agli investigatori chiarire, ma che di certo hanno solleticato l’interesse degli investigatori. Sculli infatti non è semplicemente un calciatore chiacchierato per il suo coinvolgimento nell’inchiesta sul calcioscommesse, ma vanta anche parentele pesanti. Suo padre, Francesco Sculli, è finito in manette per aver favorito i clan degli Aquino e dei Morabito nel progetto di cementificazione del litorale jonico, finito al centro dell’inchiesta “Metropolis”, ma soprattutto è il nipote di don Peppe Morabito, uno dei mammasantissima del mandamento jonico del reggino.

 

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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