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Un manager avvolto dal mistero

COSENZA Come ha fatto la giunta Stasi a nominare Alessandro Moretti, il sostituto sulla poltrona più alta dell’Asp di Cosenza di Gianfranco Scarpelli? Quali i criteri della scelta? A distanza di qu…

Pubblicato il: 09/12/2014 – 11:15
Un manager avvolto dal mistero

COSENZA Come ha fatto la giunta Stasi a nominare Alessandro Moretti, il sostituto sulla poltrona più alta dell’Asp di Cosenza di Gianfranco Scarpelli? Quali i criteri della scelta? A distanza di quasi sette mesi, la domanda è ancora senza risposta. Un mistero. Oggi Moretti non è (e non lo è stato mai effettivamente) il dg dell’Azienda provinciale, ma la sua designazione – secondo modalità non ancora comprensibili – forse illumina bene il rapporto a maglie strette tra sanità e politica in Calabria. L’ultimo verbale dell’ex Tavolo Massicci dimostra che, al momento, né il commissario della Sanità calabrese, Luciano Pezzi, né lo stesso organo che vigila sul rispetto del Piano di rientro hanno idea di come Moretti abbia fatto a conquistare (solo sulla carta, però) la dirigenza generale dell’Asp più grande della regione. L’arcano si verifica alla fine di maggio: l’esecutivo della “reggente” Stasi (con l’ormai ex governatore Scopelliti, fresco di sconfitta alle europee, inaspettatamente presente a Palazzo Alemanni) rimuove Scarpelli in seguito alla sua sospensione per due mesi ordinata dal Tribunale di Cosenza, per via del suo coinvolgimento (poi sfociato in un rinvio a giudizio) nel processo sulle consulenze d’oro dell’Asp. Ed ecco che arriva il “carneade” Moretti. Chi è? Che rapporti ha con la sanità e con la Calabria? Nessuno lo sa. Nemmeno Pezzi. Il generale della guardia di finanza vuol vederci chiaro. Il Tavolo annota che l’allora sub-commissario «al fine di provvedere alla stesura del provvedimento definitivo di recepimento della nomina, come richiesto dai ministeri affiancanti, ha chiesto al dipartimento Tutela della salute elementi di informazione in ordine all’istruttoria svolta per l’individuazione del dr. Alessandro Moretti». L’istanza di Pezzi porta la data del 5 giugno 2014. Ma ancora oggi, dal dipartimento guidato da Bruno Zito, non sono arrivate spiegazioni in ordine alla nomina di Moretti.

 

IL CURRICULUM
Sul manager, però, alcune cose si sanno comunque. È stato “pescato” dal lunghissimo elenco (ben 582 persone) dei dirigenti idonei. Ma non della Calabria, come sarebbe stato prevedibile, bensì del Lazio. E già questa sarebbe una singolarità. Nel suo curriculum Moretti vanta incarichi di rilievo, come quello di direttore amministrativo dell’Asl di Roma, per il quale era stato scelto dall’ex governatrice Renata Polverini. Eppure il grand commis vicino alla destra capitolina (e, a quanto pare, anche a quella calabrese) sembra non essere un esperto di sanità. È laureato in Scienze della comunicazione (che c’entra la direzione di un’Asp?) e in passato si è occupato della gestione dei rapporti con la tifoseria della Lazio. Ha poi lavorato per un gruppo che si occupa di installazione di climatizzatori e pure per diverse società di telecomunicazioni. Insomma, non quello che si dice un esperto in campo sanitario.

 

L’INTERROGAZIONE
La deputata del M5S Dalila Nesci era stata tra i primi a gridare allo scandalo per l’affaire Moretti, su cui aveva anche presentato una specifica interrogazione parlamentare. «La nomina del nuovo direttore generale dell’Asp di Cosenza, il romano Alessandro Moretti, sprovvisto dei requisiti di legge e da notizie di stampa vicino ad Andrea Urbani, sub-commissario per il rientro dal debito sanitario calabrese, dimostra che la Regione Calabria ama calpestare le regole. La presidente Stasi e gli assessori della Calabria eseguono in ginocchio gli ordini politici dell’ex governatore Scopelliti», aveva attaccato la parlamentare. Secondo cui Moretti «non possiede i cinque anni di dirigenza richiesti per l’incarico ricevuto».

 

L’INCARICO
Come si sa, il dg dell’Asp voluto da Stasi non è mai stato “operativo”. La sua nomina ha avuto la ratifica dal commissario ad acta alla Sanità, posto in quel momento vacante a causa delle vicissitudini di Scopelliti.
Poi il coup de théâtre: Moretti presenta le dimissioni a settembre, nelle ore in cui la giunta regionale si appresta a varare il nuovo management di Asp e Ao calabresi, pur in presenza del parere contrario dell’Avvocatura dello Stato. Scarpelli ritorna dunque al timone dell’Azienda bruzia, anche se per poco. Pezzi, infatti, subito dopo le elezioni regionali del 23 novembre, gli revoca la nomina in quanto imputato per presunti reati commessi contro la stessa Asp. Ma questa è un’altra storia. Quella di Moretti è stata in parte raccontata, ma rimane ancora oscura.

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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