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I Papalia dietro il delitto che consegnò la Lombardia alla 'ndrangheta

MILANO Grazie a recenti indagini i carabinieri sono riusciti a risolvere un delitto del cosiddetto “clan dei calabresi” rimasto insoluto dal 1976. Gli uomini del Nucleo investigativo del Comando pr…

Pubblicato il: 18/12/2014 – 14:45
I Papalia dietro il delitto che consegnò la Lombardia alla 'ndrangheta

MILANO Grazie a recenti indagini i carabinieri sono riusciti a risolvere un delitto del cosiddetto “clan dei calabresi” rimasto insoluto dal 1976. Gli uomini del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Milano, infatti, hanno recapitato in carcere, a Napoli, una misura cautelare emessa dal Tribunale di Milano nei confronti del boss Rocco Papalia, ritenuto responsabile dell’omicidio di Giuseppe De Rosa, avvenuto a Milano il 9 ottobre 1976. L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, al termine di approfondimenti scaturiti a seguito di una serie di catture del gennaio del 2013, ha consentito di acquisire determinanti elementi di responsabilità a carico dell’indagato, per uno tra i primi delitti commessi nella provincia di Milano finalizzato ad affermare la potenza intimidatrice del gruppo criminale ‘ndranghetista dei Papalia, appunto, all’epoca noto come il “clan dei calabresi”. 

Per risolvere il caso è stata determinante una intercettazione registrata dai carabinieri il 22 aprile 2012 nell’ambito dell’indagine “Platino”. A parlare, in un’auto, sono Agostino Catanzariti e Michele Grillo (entrambi arrestati): passano davanti a un campo nomadi a Trezzano sul Naviglio (Milano) e iniziano a fare un amarcord criminale che ripercorre anche l’omicidio di Giuseppe De Rosa, che apparteneva a una famiglia di nomadi. Nel 1976 i due gruppi, quello degli “zingari” e quello dei “calabresi” erano in lotta per la gestione del territorio e quando gli italiani scoprirono che De Rosa aveva infastidito una donna che era stata di un uomo del clan, hanno approfittato per mostrare i muscoli e mettere definitivamente il punto sulla questione del dominio. Catanzariti ricorda che inizialmente volevano far saltare in aria l’auto di De Rosa con dell’esplosivo ma che poi i boss hanno preferito usare la vecchia cara 7.65: un colpo alla testa e due al petto all’esterno del locale Skylab. La mano era quella di Rocco Papalia, detenuto a Napoli in regime di 41 bis e – prima della notifica del provvedimento per omicidio – con fine pena previsto nel 2017. Da quel momento è stato chiaro a tutti che i calabresi erano i più forti ed è iniziata la stagione dei sequestri che sono serviti per costruire l’impero economico delle cosche al Nord.

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