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Ferrovie della Calabria, rincari e cambi di tariffe in vista

LAMEZIA TERME Anno nuovo, rincari nuovi. Lo sanno bene i pendolari che si affidano ai trasporti pubblici, senza per questo avere un servizio che risulti affidabile e dai costi accessibili per chi v…

Pubblicato il: 09/01/2015 – 10:25
Ferrovie della Calabria, rincari e cambi di tariffe in vista

LAMEZIA TERME Anno nuovo, rincari nuovi. Lo sanno bene i pendolari che si affidano ai trasporti pubblici, senza per questo avere un servizio che risulti affidabile e dai costi accessibili per chi viaggia di frequente.
Un trend che non lascia fuori neppure Ferrovie della Calabria, azienda che si accinge ad accogliere al suo interno aumenti e nuove tariffe, come previsto dalla delibera regionale 468 del 2013. Che, almeno nei propositi, prende forma dalla volontà di rendere l’offerta di servizio più idonea, più efficiente e più economica, per il soddisfacimento della domanda di trasporto pubblico.
Che questo si traduca, realmente, in un vantaggio per i consumatori, è da vedere, e l’esempio di Cosenza (dove, tra lavoratori, pensionati e soprattutto universitari, sono molti ad affidarsi ai mezzi pubblici), sembra dipingere tutt’altri scenari rispetto a quelli più rosei.
A mettere in guardia dall’efficacia delle misure attualmente in atto, è il consigliere regionale dei Democratici e progressisti Giuseppe Giudiceandrea, che si è soffermato sulla situazione degli utenti delle linee su gomma che collegano i paesi dell’hinterland cosentino con il centro, che «lamentano – ha fatto sapere – un aumento esoso e un metodo ingiusto per il calcolo delle tariffe stesse».
«Le Ferrovie della Calabria, come regalo della Befana, ci hanno fatto trovare un sacco pieno di aumenti e nuove tariffe, in realtà stabilite a dicembre di due anni fa ma entrate in vigore solo ieri». «Che poi – continua Giudiceandrea – la delibera sia definita efficiente e idonea per quanto riguarda le esigenze dei pendolari, è abbastanza strano. Idonea è probabilmente per l’azienda – ha detto ancora Giudiceandrea – visto che le nuove tariffe vengono calcolate, sì, a chilometraggio e con lo scatto a decine di km ma con una differenza di costi alquanto elevata. Se con lo scorso tariffario si pagavano 24.20 euro fino a 10 km, uno studente o un pensionato che maggiormente usufruiscono del servizio, oggi pagano un abbonamento mensile di 33 euro, fino a 20 Km ne pagano 48, fino a 30 il costo è di 63 euro e così via». «Questo significa – spiega ancora il consigliere – che se uno studente del Comune di Trenta, che in auto dista poco più di dieci chilometri dal centro di Cosenza, deve recarsi a scuola in città, pagherà la tariffa fino a 20 km cioè 48 euro, come del resto dalla vicina frazione di Casole Bruzio che dista 12 km dal centro città, quindi ben 8.80 euro in più».
«È una sperequazione inaccettabile – ha detto l’interessato – se si pensa in quale contesto avvengono questi cambiamenti. In una regione in cui il tasso di disoccupazione è tra i più alti d’Europa, in cui la crisi sta mettendo in ginocchio tante famiglie e tante aziende, a farne le spese sono sempre i cittadini. Se pensiamo che a usare i mezzi pubblici probabilmente sono quelle persone che non possono permettersi i prezzi antieconomici del carburante o addirittura l’auto stessa, questi aumenti certo non aiutano, ma rendono ancora più difficile un bilancio familiare oggi già precario per molte, forse troppe – conclude – famiglie».

 

z. b.

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