Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 21:00
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

La prova del nove per Oliverio

È proprio vero che il gioco d’azzardo affascina. Sono notevoli le scariche di adrenalina che il rischio della scommessa riesce a determinare, specie se dalla ipotetica vincita conseguono affari, carr…

Pubblicato il: 16/01/2015 – 7:05
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
La prova del nove per Oliverio

È proprio vero che il gioco d’azzardo affascina. Sono notevoli le scariche di adrenalina che il rischio della scommessa riesce a determinare, specie se dalla ipotetica vincita conseguono affari, carriere e protagonismi politici. Allo stesso modo attrae la passione per le previsioni, di cui è campione il mio intelligente amico Fabio (che leggendo sorriderà). Dunque, i bookmaker “politici”, relativamente alla nomina di commissario ad acta, danno basso il presidente Oliverio e altissimo il generale Pezzi. Gli allibratori sono eccitati in presenza di scommettitori in tilt sul tema dei componenti della giunta regionale, tanto da offrire quote altissime e appetibili. Ciò in quanto sul tema vige la confusione totale tra: tutti esterni, metà interni, renziani della prim’ora e diversi dell’ultima ora nonché fidelizzati ad oltranza.
Al di là del casinò post-elettorale, vengono fuori le esaltanti passioni dei tifosi, che vedono rosa, e le preoccupazioni di chi ha interesse a rendersi socialmente destinatario della svolta promessa, che vedono grigio con tendenza al cupo. I primi, sempre attivi nella curva, ad applaudire anche i ritardi all’insegna: “è lui il nostro capo tutto andrà bene; lui combatte per noi non dobbiamo fare altro che seguirlo” (da “Enoch Dunlap”, in Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, del quale si consiglia di leggere l’irriverente epilogo). I secondi, in incremento progressivo e proporzionale ai giorni di inattività istituzionale, in ansia di tornare a casa per dire (finalmente) ai loro figli di credere nel futuro, ma anche ai nonni di stare tranquilli per il presente.
A tutto questo aggiungasi qualche scivolone in consiglio regionale, ove si è tentato di convocare l’inconvocabile e “di approvare” l’inapprovabile (giunta e Consiglio ricondotti ad ruolo unico), perché avrebbe avuto bisogno di tutt’altra procedura (revisione statutaria). Non solo. Anche l’uso improprio della decretazione presidenziale lascia con il fiato sospeso tanti canonici del diritto, che storcono il naso senza farsi troppo notare solo perché fedeli “compagni”, nella diversità, ed elettori convinti. Anche i tecnici simpatizzanti (dicunt) tacciono impassibili, sperando in una maggiore attenzione nelle procedure e nell’esercizio dei poteri.
Tutti attendono pieni di speranze la prova del nove, invero dalla complessa composizione! Al prossimo consiglio regionale ci saranno le dichiarazioni programmatiche del presidente, così si chiama quello che sarebbe più logico definire progetto politico-industriale, per avvicinarci meglio alle aspettative e al linguaggio comunitario. Quel documento nel quale si rappresenta al massimo consesso per essere ivi formalmente condiviso – compatibilmente con ciò che si è trovato, in quanto tale molto prossimo alle situazioni di un disastro vero e proprio – l’idea che il governatore ha della “sua Regione” e del futuro che assicura alla “nostra regione”. Conseguentemente, si metterà mano all’organizzazione burocratica e alla formazione dell’esecutivo regionale, con somma pace sia per chi ha sbagliato il pronostico che per chi lo ha indovinato.
In relazione al primo adempimento, saranno, quindi, individuati i dipartimenti regionali, intesi come unità fondanti di vertice dell’organizzazione complessiva dell’ente, a correzione di quelli esistenti. Questi ultimi, a suo tempo disegnati spesso per favorire postazioni spartitorie e/o direzioni di compiacenza piuttosto che per necessità burocratica, sono infatti da ritenersi, per molti versi, sproporzionati e, per altri, inadeguati per garantire le performance caratteristiche indispensabili per le nuove esigenze. Essi dovranno essere ovviamente relazionati agli assessorati che il presidente riterrà configurare con le relative deleghe ma anche alle competenze temporanee da attribuire ai consiglieri delegati, da istituire con la ormai prossima revisione dello Statuto. In tema di completamento strutturale, una grande attenzione dovrà essere riservata alla nomina dei direttori generali, possibili ad essere selezionati anche tra gli esterni, purché rientranti nella prevista quota dell’8% del complessivo ruolo dirigenziale. Una opzione sulla quale occorrerà ben riflettere, attese le presenze di qualità e di grande esperienza rintracciabili nella dotazione organica dell’ente. Personalità di rilievo dovranno essere rinvenute in alcune postazioni strategiche, del tipo il bilancio e la programmazione cui necessita un organico di assoluto pregio (da individuare nel rispetto della recentissima delibera della Sezione centrale del controllo di legittimità sugli atti del governo e della pubblica amministrazione della Corte dei conti del 30 dicembre 2014) sia per fronteggiare gli obblighi derivanti dall’armonizzazione di cui al decreto legislativo 118/2011 (così come modificato dal decreto legislativo 126/2014 e dalla legge di Stabilità per il 2015), che comporterà tra l’altro l’emersione di tante verità artatamente sottaciute, che per fare il pieno utilizzo dei fondi comunitari, dispersi al vento irresponsabilmente.
Quanto alla formazione giunta, spetta al Presidente, elettoralmente acclamato, scegliere chi ritiene utile per trasformare puntualmente il suo progetto politico-industriale in concreta attuazione. A lui tutti gli onori dovuti, ma anche gli oneri, di rispondere poi alla collettività con i risultati conseguiti.

 

*Docente Unical

 

 

 

Argomenti
Categorie collegate

x

x