«Berlusconi contento dei nostri risultati»
Onorevole Jole Santelli, la prima seduta del consiglio regionale si è rivelata una Caporetto per Forza Italia… «No, è stata una Caporetto per la democrazia calabrese. È stato consumato un sopruso a…

Onorevole Jole Santelli, la prima seduta del consiglio regionale si è rivelata una Caporetto per Forza Italia…
«No, è stata una Caporetto per la democrazia calabrese. È stato consumato un sopruso ai danni di Forza Italia, unico partito di opposizione rimasto in consiglio regionale, ma in definitiva al diritto dei calabresi a un controllo della minoranza sugli atti prodotti dalla maggioranza. Il “soccorso rosso” che ha violato le regole del gioco politico-istituzionale ha consentito al centrosinistra di scegliersi due vicepresidenti e non uno solo».
Non crede sarebbe stato utile siglare un patto di non belligeranza con Oliverio e il centrosinistra?
«Più che un patto di non belligeranza auspicavamo un patto fondato sul rispetto dei ruoli politico-istituzionali. Io con Oliverio ho parlato, più volte, prima della seduta di insediamento del consiglio regionale, sottolineando come lui, da presidente della Regione, fosse tenuto anche al rispetto delle prerogative della minoranza da noi rappresentata. Il presidente ha sempre sostenuto che era chiaro per le regole della democrazia il diritto di Forza Italia a quella carica. Per quanto mi riguarda e ci riguarda, visto che contatti con la maggioranza ci sono stati a vari livelli, abbiamo sempre chiesto a quest’ultima la non ingerenza nelle scelte che riguardavano l’opposizione. Mi sono ben chiari i problemi di raccordo che il presidente della giunta ha con un partito come Ncd che governa con il Pd a livello nazionale. Pertanto, ho più volte specificato che ove si volesse riconoscere all’Ncd una vicepresidenza, avendo questo partito chiesto la presidenza, avrebbe dovuto essere quella di maggioranza, non la nostra. Ncd ha sempre interloquito direttamente con il segretario del Pd, con il presidente Oliverio ed a Roma come un partito di quasi-maggioranza. A noi non interessa ciò che il presidente intenda loro riconoscere, ma avevamo chiesto ed ottenuto la garanzia che ciò non sarebbe avvenuto ai danni di Forza Italia».
Non crede che in questa tutta partita ci sia stato un errore di strategia politica da parte di Forza Italia?
«Solo chi non conosce le regole della democrazia oppure chi è palesemente in malafede può attribuire al coordinamento regionale del partito le decisioni che spettano al gruppo consiliare. C’è un rapporto di fiducia tra ogni singolo componente del gruppo e chi lo rappresenta in seno all’ufficio di presidenza o alla conferenza dei capigruppo. Il partito deve stare fuori da queste scelte e svolgere solo il proprio ruolo, restando comunque un passo indietro. Questa è stata la linea decisa dall’intero coordinamento di Forza Italia e pretesa dai consiglieri stessi. Come coordinamento non ci siamo sottratti a responsabilità lavandocene le mani, ma abbiamo ritenuto doveroso rispettare le prerogative dei consiglieri. È così in ogni organizzazione democratica».
Anche per la scelta del capogruppo in Consiglio il partito si è diviso. Possibile che non esista un tema su cui il partito è compatto?
«Vale quanto le ho detto poc’anzi, queste scelte spettano al gruppo. Ma francamente non mi sembra che ci sia nulla di strano se all’interno di una formazione politica certe scelte vengano assunte a maggioranza com’è avvenuto in questo caso. Diffido molto delle unanimità puramente di facciata. Semmai, io la inviterei a guardare a cosa sta facendo chi oggi ha la responsabilità di governare i calabresi. Sono passati due mesi e non c’è una giunta regionale ma un uomo solo al comando. Mi dica se le sembra una cosa normale».
Il Nuovo centrodestra è ormai una costola della maggioranza. Ciò rappresenta lo stop definitivo a ogni ipotesi di riunificazione del centrodestra?
«Ncd a Roma governa con la sinistra e in Calabria ambisce a fare altrettanto. La politica è un costante divenire, vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi sia a Roma sia in Calabria. È chiaro come lei ha anzidetto, che al momento Ncd sembra muoversi come una forza d’appoggio del governo regionale. Quanto durerà ció? Si vedrà».
Dopo il flop adesso gli avversari interni sono tornati alla carica. Cosa risponde a chi contesta la sua linea politica e mette in dubbio la sua permanenza alla guida del partito?
«Nessun flop. Alle Regionali Forza Italia è cresciuta rispetto alle Europee sia in termini percentuali che in numero assoluto di voti. Abbiamo otto consiglieri regionali e viaggiamo 5 punti percentuali sopra la media nazionale. Questi sono fatti, non chiacchiere, e sono stati analizzati dall’ufficio di presidenza nazionale di Forza Italia secondo un’analisi condivisa dai componenti calabresi dell’organismo. D’altronde nel medesimo ufficio di presidenza sono stati trattati altri temi, fra questi la scelta delle alleanze, ricostruita con estrema puntualità dal senatore Matteoli. Troppi sembrano oggi avere memoria estremamente labile, molti dimenticano che da luglio il tavolo delle alleanze si era spostato a Roma. Troppi fanno finta di dimenticare che io sono a capo Forza Italia da un anno, un anno difficile, fra condanna e dimissioni di Scopelliti, elezioni amministrative ed europee, poi le provinciali ed infine le regionali. Ovviamente ero consapevole che saremmo andati incontro ad una sconfitta e rispetto al centrodestra, sapevo perfettamente che avrebbero chiamato in causa me. Riguardo alla mancata vittoria dei singoli però non c’entra la guida del partito. I risultati sono stati apprezzati dai più e soprattutto da Silvio Berlusconi che tra poco tornerà a esercitare pienamente la leadership politica attraverso un’agibilità democratica di cui è stata ingiustamente privato. E sarà un’altra storia».
Wanda Ferro è rimasta fuori dal Consiglio e che la legge elettorale calabrese fosse cambiata lo si sapeva già dallo scorso settembre. Lei ne era conoscenza?
«La legge elettorale è stata approvata da maggioranza e opposizione e nessuno, tra i consiglieri regionali della passata legislatura, si è mai espresso, in aula o fuori, sull’abrogazione del riferimento alla legge costituzionale 1 del 1999. Il centrosinistra su questo punto non ha mai detto una parola nella passata legislatura. Per cui evitiamo le strumentalizzazioni su questo tema. A questo, a mio avviso, si aggiunge l’incompetenza di una burocrazia regionale che sul piano della tecnica legislativa ha palesato in molte circostanze enormi limiti. Il risultato è stato disastroso: un danno politico incalcolabile per Wanda Ferro, per Forza Italia e per i ducentomila calabresi che hanno votato per la nostra candidata».
È vero che martedì in consiglio regionale sosterrete Ennio Morrone come rappresentante della minoranza da eleggere e inviare a Roma per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica?
«Al di là dei singoli nomi, quello che mi sembra corretto è reclamare su questo il rispetto del nostro ruolo di unica effettiva opposizione, quindi l’indicazione di un nostro consigliere».
Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it