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L’ora delle decisioni

Fatte le primarie, ove il candidato renziano non ce l’ha fatta, nonostante fosse un soggetto capace e presentabilissimo. Passate le elezioni, vinte alla grande da Mario Oliverio, sul quale sono con…

Pubblicato il: 22/01/2015 – 16:17

Fatte le primarie, ove il candidato renziano non ce l’ha fatta, nonostante fosse un soggetto capace e presentabilissimo. Passate le elezioni, vinte alla grande da Mario Oliverio, sul quale sono confluiti tutti i voti della sinistra e tanti di quella destra resa oramai ai minimi termini. Si è eletto il presidente dell’Assemblea regionale. Non conoscendo personalmente Antonio Scalzo, auguro a lui di farcela bene, certamente meglio di come ha fatto il suo predecessore, che ha collezionato tante di quelle falcidie dalla Corte costituzionale da battere ogni record, spesso determinate da una politica da sempre avvezza ad approvare leggi ad personas. Lo stesso augurio vale per i trenta consiglieri eletti (per quello che ho votato e per gli altri ventinove), per molti versi degni di rappresentare nel loro insieme la collettività regionale dopo che taluni lo hanno ben fatto, per tanto tempo, con quelle locali. Invero, qualche intelligenza politica manca all’appello, e non per forza del destino bensì per i giochi che fanno gli uomini (rectius, partiti) nell’amministrare i pesi delle rappresentanze, spesso determinate sulla base delle più comode sudditanze. È dunque arrivata l’ora delle decisioni.
A prescindere, dalla formazione della giunta regionale, ove il presidente sarà tanto attento ad assicurarsi il meglio, ciò che conterà saranno gli atti e i fatti. Dai primi, soprattutto legislativi – cominciando da quelli di alto rango – dipenderanno le sorti della Regione Calabria. La loro qualità dovrà essere degna di recuperare la fiducia dei calabresi e non solo. Il loro uso dovrà essere esclusivamente quello di produrre e garantire il meglio in termini di servizi e di prestazioni essenziali, bandendo ogni scopo privato del quale sono piene zeppe le leggi regionali. Occorrerà cominciare dallo Statuto, ciò che per la Regione vale come la Costituzione per la Repubblica. Fa bene il premier regionale a svincolare le sue scelte da stupide inibizioni. Sarà lui a rispondere alla collettività e agli enti preposti ai controlli, a diversa specie, del suo operato in senso lato. Nondimeno conterà la qualità degli atti di programmazione, principalmente di quella che riguarderà la capacità di spesa delle risorse comunitarie. Una (in)capacità che ci ha fatto diventare qualcuno nel Paese e a Bruxelles, ove ci considerano peggio di chiunque e irresponsabili a tal punto da definirci «criminali sociali», tante sono le sofferenze sopportate dai calabresi nonostante le ricchezze disponibili. Poi ci sono gli atti amministrativi e regolamentari. I primi devono perdere in quantità e devono guadagnare in qualità.
In quantità perché esercitati, invece, dai Comuni ai quali andrà delegato tutto il delegabile. In qualità perché attraverso essi si dovranno completare i percorsi importanti e non perseguire obiettivi spiccioli funzionali a soddisfare le pretese dei clientes, che vanno cancellati dalle rubriche telefoniche dei soggetti agenti. Quanto ai regolamenti dovranno essere rivisti quelli che ci sono e scritti bene quelli che mancano. Ciò allo scopo di dare velocità e trasparenza all’azione di una burocrazia che va, da una parte, aiutata a esprimersi come saprebbe e, dall’altra, a correggere i suoi vizietti storici e le indebite subordinazioni. Il tema dell’armonizzazione dei bilanci e della contabilità costituirà il primo banco di prova.
Va da sé che, a seguito del miglioramento degli atti, anche i fatti andranno come non mai prima. Ciò in forza di quella legge “fisica” che considera un siffatto risultato come la successione necessaria del corretto esercizio delle funzioni pubbliche assegnate! Un evento nuovo per la nostra Regione, maltrattata come nessuna, ove il servizio e/o la prestazione sono da sempre considerati il prodotto “du piaciri”, che i “buoni” garantiscono al popolo che li acclama. Scherzi a parte, con uno Statuto nuovo di zecca e senza inutili “lacci e laccioli” garanti di progressioni di carriere (meglio se prevederà l’introduzione della relazione di inizio e fine legislatura del governatore!), con leggi e regolamenti degni della civiltà dei politici di un tempo (che così rivivranno) e con atti amministrativi posti in vita ad esclusiva salvaguardia dell’interesse pubblico sarà finalmente festa! Sarà “Natale tutto l’anno” (per dirla alla Lucio Dalla, una perdita che pesa) in tema di esigibilità dei diritti, sino ad oggi lesinati a tal punto da essere svaniti dalla “offerta pubblica” in innaturale compagnia della legalità, della trasparenza e della buona amministrazione. Il presidente Oliverio dovrà esser bravo a scovarli e portarli a casa.

 

*docente Unical

 

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