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Sgominato nel Foggiano clan legato a gruppi criminali calabresi

FOGGIA Nell’ambito dell’operazione denominata “Babele”, è stato scoperto un clan che operava a Trinitapoli ma che aveva collegamenti con la mafia di Foggia e con alcuni gruppi criminali d…

Pubblicato il: 22/01/2015 – 11:22
Sgominato nel Foggiano clan legato a gruppi criminali calabresi

FOGGIA Nell’ambito dell’operazione denominata “Babele”, è stato scoperto un clan che operava a Trinitapoli ma che aveva collegamenti con la mafia di Foggia e con alcuni gruppi criminali della Calabria. Il gip del tribunale di Bari, in quest’ambito, ha emesso 32 ordinanza di custodia cautelare a seguito dell’inchiesta cordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, che sono state eseguite dai carabinieri del comando provinciale di Foggia nel Foggiano e nei territori di Lecce e Reggio Calabria. Ventuno persone sono state arrestate, cinque quelle che hanno ottenuto gli arresti domiciliari e cinque l’obbligo di dimora. Per loro le accuse, a vario titolo, sono di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsioni aggravate dal metodo mafioso, tentato omicidio, violazione della disciplina sulle armi, rapina, ricettazione, danneggiamento e spendita di banconote false. 

Nel corso delle indagini, è inoltre emersa la presenza a Trinitapoli di un gruppo capeggiato da Giuseppe Gallone che, seppur detenuto in carcere per omicidio, riusciva a gestire l’organizzazione Gallone-Carbone, dando ordini tramite la madre, la sorella e il marito di quest’ultima. Una organizzazione che aveva interessi anche con Pasquale Moretti, esponente di spicco del clan Moretti-Pellegrino-Lanza una delle batterie della società, la mafia di Foggia. Interessi utili nella gestione della spendita di banconote false e del traffico della droga ma anche per avere un’alleanza importante da contrapporre al gruppo rivale operante a Trinitapoli, ossia quello facente capo alle famiglie Miccoli-De Rosa.
Il gruppo Gallone-Carbone, è emerso dall’inchiesta, operava nel mondo della droga, con contatti anche con organizzazioni della Calabria ma anche nel campo delle estorsioni. Numerosi imprenditori e commercianti di Trinitapoli, secondo l’accusa, erano costretti a versare quote mensili alle famiglie Gallone-Carbone. In un caso è emerso che un imprenditore, a cui era stato incendiato il capannone, pagava il pizzo a entrambi i gruppi rivali di Trinitapoli. Tra le persone colpite dall’ordinanza di custodia cautelare, anche Francesco Valentino e Michelangelo Dassisti, coinvolti – sempre secondo l’accusa – nel tentato omicidio di Michele Caputo, avvenuto il 9 luglio del 2011 a Margherita di Savoia. 

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