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IN EDICOLA | Viaggio tra i musulmani di Calabria

LAMEZIA TERME La Calabria si conferma terra di accoglienza anche per i musulmani. In tanti hanno messo radici, si sono integrati e hanno scelto di far nascere qui i loro figli. Si tratta degli immigr…

Pubblicato il: 24/01/2015 – 9:37
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IN EDICOLA | Viaggio tra i musulmani di Calabria

LAMEZIA TERME La Calabria si conferma terra di accoglienza anche per i musulmani. In tanti hanno messo radici, si sono integrati e hanno scelto di far nascere qui i loro figli. Si tratta degli immigrati di seconda generazione ai quali la legge italiana non riconosce la cittadinanza. «Ci risulta che i musulmani in Calabria siano oltre 40mila – ha spiegato Izzeddin Elzir, presidente dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia (Ucoii) – con una netta prevalenza di persone provenienti dal Marocco». «Nei nostri sette centri, tra i settecento e i mille musulmani – spiega Mohammed El Ghouazi presidente della Federazione islamica della Calabria – partecipano alla preghiera il venerdì e nelle ricorrenze religiose».

A Reggio Calabria – ad esempio – nonostante la comunità musulmana sia da tempo presente e integrata, dopo il massacro nella re dazione del Charlie Hebdo e la giornata di terrore vissuta da Parigi mentre le forze di polizia braccavano i fratelli Kaouchi e il loro complice Amedy Coulibaly, le cose sono cambiate. Parte della città sembra aver dimenticato quelle sue stesse radici – la prima moschea sulla riva calabrese dello Stretto risale circa all’anno 1000 – in parte impregnate di Islam. Il timore che il clima diventi pesante, adesso, è solo in parte condiviso da Hassan Elmazi, responsabile del centro islamico cittadino: «È chiaro, anche qui abbiamo il timore che sia la comunità musulmana a pagare le conseguenze di quanto successo in Francia, ma di certo meno di quanto possa succedere in altre città. Qui la convivenza è sempre stata pacifica».

Lamezia Terme, poi, sembra lontana anni luce dalle banlieue di Parigi. E anche se certamente non idilliaca, la realtà della Piana lametina è molto diversa da quella delle periferie-dormitorio delle metropoli francesi che, negli anni, si sono trasformate in asfissianti incubatrici d’odio. A Lamezia e nei paesi dell’hinterland vivono circa un migliaio di famiglie di religione islamica: si tratta di una delle comunità musulmane più numerose della Calabria, probabilmente seconda per numero solo a quella di Reggio Calabria. Ogni venerdì, già da mezzogiorno, nelle strade che circondano piazza D’Armi comincia a riecheggiare l’Athan, il suadente canto di chiamata alla preghiera che scandisce l’arrivo alla spicciolata di uomini di ogni età. Parlano tante lingue e provengono da Paesi diversi, molto distanti tra loro non solo geograficamente. Una volta varcata la soglia della moschea, però, li accomunano i gesti della preghiera, la ritualità della liturgia. Finora, spiegano, nessuno era mai venuto a scattare delle foto all’interno dell’edificio, ma gli uomini in preghiera non sembrano neanche troppo sorpresi dalla curiosità della stampa. 

 

(I servizi di copertina, a firma di Anna Foti, Sergio Pelaia e Alessia Candito, sono pubblicati sul numero 185 del Corriere della Calabria in edicola fino al 29 gennaio

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