LAMEZIA TERME Nulla di nuovo sotto il sole. Per gli scali calabresi, tutto resta come già deciso da tempo. Se Lamezia Terme viene considerato strategico per il Paese e in particolare per il sistema regionale dei trasporti aerei, gli altri due scali dovranno “meritarselo” sul campo di restare aperti. Dovranno in altre parole dimostrare soprattutto di essere pienamente autosostenibili sotto il profilo economico. È intesa, infatti, tra Regioni e governo sul Piano nazionale degli aeroporti. In conferenza Stato-Regioni è stato approvato oggi il testo che prevede appunto l’inserimento dello scalo di Sant’Eufemia tra le infrastrutture elette. Unica novità dell’intesa raggiunta è – ma non riguarda la nostra regione – che tra gli aeroporti strategici rientra anche Torino.
Il disco verde dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano è stato annunciato dal ministero dei Trasporti e rappresenta un altro passaggio importante verso la definitiva adozione del Piano. Per entrare in vigore lo strumento di governo degli scali dovrà ottenere il parere delle competenti commissioni parlamentari e la deliberazione definitiva del Consiglio dei ministri, che l’aveva già approvato preliminarmente nella riunione del 30 settembre 2014. Infine il piano dovrà essere sottoposto alla firma del presidente della Repubblica e inserito nella Raccolta ufficiale degli atti della Repubblica.
Questo significa che, una volta entrato in vigore il Piano, mentre Lamezia potrà godere di trasferimenti certi di risorse dal governo centrale gli scali di Reggio e Crotone dovranno dimostrare di meritare il premio. Il sistema prevede infatti che il Sant’Anna e il Tito Minniti, come per gli altri aeroporti di interesse nazionale, debbano soddisfare alcune condizioni: la specializzazione dello scalo e una sua riconoscibile vocazione funzionale al sistema all’interno del bacino di utenza; la dimostrazione, tramite un piano industriale corredato da un piano economico-finanziario, che l’aeroporto è in grado di raggiungere. Ma non solo. Il piano chiede ai due aeroporti un necessario equilibrio economico-finanziario anche tendenziale e adeguati indici di solvibilità patrimoniale, almeno su un triennio. «La mancanza di queste condizioni – precisano dal ministero – determinerà l’uscita dello scalo dall’elenco degli aeroporti di interesse nazionale». Una missione non da poco per i due scali che da sempre hanno dovuto ricorrere a forti iniezioni di risorse pubbliche per far quadrare i propri bilanci. Una strada che, almeno stando alle stesse parole dell’inquilino più alto di piazzale Porta Pia, non sarebbe più praticabile. Il ministro Lupi, commentando l’intesa raggiunta tra governo e Regioni è stato categorico: «l’Italia, finalmente, non è più il Paese dei 90 aeroporti, dove ognuno fa per sè, spesso generando perdite, sprechi e inefficienze».
Roberto De Santo
r.desanto@corrierecal.it
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