Democrazia cristiana. È stato sufficiente evocare il nome della “Balena bianca” in occasione del giuramento del presidente della Repubblica per far tremare i polsi a molti politici e a metterne in fibrillazione altri. Dopo una ventina d’anni da “Mani pulite”, che rivoluzionò il sistema della politica, dell’economia e delle istituzioni italiane, è stato sufficiente che un democristiano salisse al Colle per far riecheggiare il nome, nell’immaginario collettivo dei partiti riuniti a Montecitorio (e non solo di essi…) del partito di don Sturzo e di De Gasperi. Un partito che, nel bene e nel male, ha raccolto il consenso di larghissima parte degli italiani dal 1946 agli anni Novanta governando, senza interruzioni, il Paese.
Un partito dalle tante anime, suddiviso in correnti tanto da caratterizzare come originale il pensiero dei democristiani.
Alla corrente dei morotei, quella di Aldo Moro, Sergio Mattarella rimase sempre legato vicino a Benigno Zaccagnini custode dell’ala più a sinistra del partito. Infatti Mattarella espresse all’interno della Dc posizioni politiche di sinistra segnate da una concezione democristiana della società; un movimento politico-culturale attento alla crescita sociale, specie delle classi più povere.
Si spiega anche così perché il discorso pronunciato da Mattarella il giorno dell’insediamento abbia registrato ben 45 interruzioni per applausi fattigli da un’Assemblea apparsa in visibilio. Consenso che sicuramente ha significato condivisione degli argomenti tracciati dal presidente della Repubblica che, secondo alcuni osservatori, segna comunque l’inizio di un nuovo rapporto tra società e istituzioni.
Il modo pacato di parlare, l’essenzialità delle parole hanno fatto sì che i temi trattati assumessero persino più consistenza. Sono stati argomenti molto sentiti dai cittadini, da Nord a Sud. Quel pensiero agli ultimi, il richiamo alla legalità, la lotta alle mafie e alla corruttela, l’aver manifestato la necessità di voler riavvicinare le generazioni e le aree del Paese sono stati concetti di grande spessore particolarmente apprezzati dagli italiani a prescindere dalle idee politiche di ciascuno; parole che hanno suscitato solidarietà e, forse anche, imprevedibili risvegli. Non è stato, infatti, un caso che da quel giorno, ma anche nelle settimane successive, si sia parlato a più livelli di Democrazia cristiana.
Qualcuno l’ha interpretato come un segnale di restaurazione, ma è bene andarci con ponderatezza e considerando ogni cosa con le dovute cautele. Personalmente appartengo a quella corrente di pensiero che ritiene che le cose morte non risorgono se non in un’altra dimensione che non ha nulla a che vedere con i partiti politici. Ciò non toglie, però, che l’elezione di Mattarella al Quirinale abbia risvegliato molti sentimenti e possa ridestare sogni sopiti.
Nessuno intende santificare nessuno, ma è un dato che dal giorno dell’elezione del presidente della Repubblica ovunque si coglie un certo fermento come se l’avvenimento avesse riportato in superficie la possibilità di poter riprendere a parlare liberamente di Democrazia cristiana. C’è solo da stabilire se si tratta di un bisogno nostalgico per ciò che ha rappresentato lo Scudocrociato per la Nazione o se se ne parla perché, sotto una spinta emotiva della figura di Mattarella e del discorso da lui pronunciato, si sia ritenuto di poter ritrovare in quella “Balena” l’addentellato per poter dare una svolta seria al Paese. Comunque sia è certo che se ne sta parlando.
Probabilmente un motivo per discuterne è suggerito dall’attuale contesto frammentato in cui si identificano i cattolici che sono stati costretti a emigrare nei partiti esistenti optando per quello più vicino alla corrente di provenienza. L’area dei cattolici democratici ha scelto di convergere nel Partito democratico che, al suo interno, rispetta il pluralismo delle posizioni politiche ma, forse, senza aver mai perduto completamente la speranza di poter rifare lievitare il proprio progetto politico. Dopotutto non si capisce perché, se Berlusconi sembra deciso a ricostituire Forza Italia e gli ex di Alleanza nazionale di far rivivere la Destra nazionale della fiamma tricolore, i democristiani di questo Paese, dovrebbero essere costretti a vivere quasi di “sussistenza” in altre formazioni politiche. È vero che c’è chi sostiene che la “Balena bianca” sia stata già ricostituita da Matteo Renzi (l’idea del “Partito della Nazione”), che sarebbe riuscito a insinuarsi nei vuoti lasciati dagli altri schieramenti attingendo, sia a destra che a sinistra, il consenso che gli dà la possibilità di attuare i programmi di governo facendo ricorso al compromesso, riproducendo sostanzialmente le tecniche della Prima Repubblica. Il progetto, secondo questa – per molti aspetti – fantomatica ricostruzione, sarebbe suggellato dalla qualità delle scelte politiche che, secondo alcuni osservatori, sarebbero tanto di destra quanto di sinistra, per finire comunque con la scelta del nuovo capo dello Stato.
Molto più realisticamente c’è da dire che Mattarella ha scosso gli animi degli italiani perché è Mattarella.
*Giornalista
x
x