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Faida tra cosche a Lamezia, tre in manette

LAMEZIA TERME Altro colpo alle cosche Giampà e Cerra-Torcasio-Gualtieri di Lamezia Terme. Con un’operazione che ha preso il via alle prime luci dell’alba, gli agenti della squadra mobile della Ques…

Pubblicato il: 05/03/2015 – 7:16
Faida tra cosche a Lamezia, tre in manette

LAMEZIA TERME Altro colpo alle cosche Giampà e Cerra-Torcasio-Gualtieri di Lamezia Terme. Con un’operazione che ha preso il via alle prime luci dell’alba, gli agenti della squadra mobile della Questura di Catanzaro, diretti da Rodolfo Ruperti e coordinati dalla Dda del Capoluogo, hanno arrestato Pasqualino Torcasio (Lamezia Terme, 3/10/1969), titolare di un noto bar a Lamezia Terme e ritenuto il mandante dell’omicidio, avvenuto nel 2003, di Giuseppe Torcasio. Quest’ultimo, nel 1994 aveva ucciso a sua volta il fratello dell’imprenditore. Per Pasqualino Torcasio si sono quindi aperte le porte del carcere. Assieme all’imprenditore sono stati fermati anche altre due persone – Saverio Giampà e Pasquale Ruiz – arrestati nell’ambito dell’operazione “Perse” derivato dall’inchiesta “Perseo”, l’operazione che nel luglio 2013 coinvolse anche il senatore Piero Aiello (Ncd) e portò all’arresto di 65 persone.  In particolare Saverio Giampà (Lamezia Terme, 29/9/1987), già detenuto per altra causa, è ritenuto corresponsabile dell’omicidio di Bruno Cittadino, esponente della cosca Torcasio, avvenuto nel 2008 nell’ambito di quella che gli inquirenti hanno definito una vera e propria mattanza di ‘ndrangheta.  Mentre Juan Manuel Ruiz, lametino classe 1989, è stato arrestato con l’accusa di concorso in estorsione aggravata dal metodo mafioso: il 26enne, per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari, avrebbe cercato di ottenere vantaggi economici ai danni di un imprenditore lametino.

 

IL RUOLO DEI PENTITI
Sono state fondamentali, per i due arresti, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che hanno contribuito alle indagini della squadra mobile di Catanzaro sugli omicidi di Bruno Cittadino e Giuseppe Torcasio, compiuti a Lamezia Terme. Per l’omicidio di Cittadino, avvenuto nella faida tra le cosche della ‘ndrangheta lametina, gli investigatori hanno raccolto le dichiarazioni del pentito Giuseppe Catroppa. Per l’assassinio di Giuseppe Torcasio, avvenuto per vendetta da parte di Pasqualino Torcasio per la morte di un fratello, gli investigatori si sono avvalsi delle dichiarazioni di Angelo Torcasio, quest’ultimo autore materiale del delitto. Il procuratore di Catanzaro e capo della Dda, Vincenzo Antonio Lombardo, nel corso di un incontro con i giornalisti, ha evidenziato che «l’attivita’ investigativa ha visto elementi importanti dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. In particolare per la vicenda di Bruno Cittadino c’erano già indizi nei confronti di Saverio Giampa’, ma poi i pentiti ci hanno fornito il quadro completo».

LA CONFERENZA STAMPA

L’attività investigativa su cui si è basata questa operazione, secondo quando spiegato dal procuratore della Dda di Catanzaro, Vincenzo Lombardo, ha potuto contare su una «serie di pentimenti a pioggia». Nelle parole di Ruperti durante la conferenza stampa, la ricostruzione dei fatti: «L’operazione “Perseo” rappresenta una vera e propria operazione miliare nell’attività investigativa di questi anni e l’operazione odierna non fa che confermarlo. Dal 2012 in poi abbiamo registrato un’inversione in un trend per cui la ‘ndrangheta era famosa: gli ‘ndranghetisti difficilmente si pentivano. Oggi, anche grazie alla contestazione di reati gravissimi e ad alcune attività investigative portate avanti, abbiamo avuto questa inversione che è fondamentale per il nostro lavoro. Il pentimento di Giuseppe Giampà ha portato a ruota ad altri pentimenti di suoi sodali, per altro di un certo spessore criminale. Parliamo di gente che teneva i conti delle associazioni mafiose, gente che sparava e uccideva. Le due ordinanze di custodia cautelare per Giampà e Torcasio si collocano in due contesti temporali diversi: quella del 2008 è soltanto un’estensione di responsabilità rispetto a alla ricostruzione che avevamo fatto degli omicidi dell’epoca in cui a sparare fu il killer per eccellenza della cosca Giampà, ovvero Vasile che risultò essere un vero e proprio tiratore scelto sparando alla vittima, Bruno Cittadino, da un motorino a trenta metri di distanza. In quel periodo gli unici che sparavano erano i Giampà, quelli che morivano erano i Torcasio-Gualtieri. L’altro omicidio è una sorta di rappresaglia privata perpetrata avvalendosi però di personaggi vicini alle cosche mafiose. Pasqualino Torcasio è il mandante dell’omicidio di Giuseppe Torcasio avvenuto nel 2003, omicidio che non avvenne per motivi mafia, ma per questioni private: Torcasio non è affiliato alla mafia, ma ha legami di parentela con soggetti che gravitano attorno alle cosche. Ad uccidere Giuseppe Torcasio fu il collaboratore di giustizia Angelo Torcasio. La gravità di questo fatto è data dall’efferatezza del delito e proprio dal carattere privato della motivazione che ha portato al suo compimento». Accanto a Ruperti, anche il procuratore generale della Dda di Catanzaro, Vincenzo Lombardo, e il suo aggiunto Michele Bombardieri, i quali hanno tenuto a sottolineare l’importanza del lavoro svolto dalla Mobile e dei risultati ottenuti.

 

 

Alessandro Tarantino