Statale 106: un affare solo per Astaldi
In quattro anni, tanti ne sono trascorsi dalla sua inaugurazione, il tratto di 17 chilometri della “nuova” Statale 106 costruito da Astaldi per gentile concessione dell’Anas, tra Simeri Crichi e Squi…

In quattro anni, tanti ne sono trascorsi dalla sua inaugurazione, il tratto di 17 chilometri della “nuova” Statale 106 costruito da Astaldi per gentile concessione dell’Anas, tra Simeri Crichi e Squillace, è rimasto integralmente operativo per meno di quattro mesi e adesso, come ricorda Giulia Zampina in una nota su Catanzaro Informa, rischia di metterci ancor meno di quattro anni per crollare a pezzi.
Quello che il sicuramente non rimpianto presidente dell’Anas Piero Ciucci aveva definito, inaugurandolo, «l’asse principale del megalotto di 17 km che riveste un ruolo strategico nell’ambito del sistema dei trasporti e dei collegamenti regionali» è ridotto ad una specie di percorso a ostacoli con tanto di gimcane e dossi.
Insomma quell’asse tanto decantato da Ciucci si è rivelato “strategico” sicuramente, ma solo per il bilancio consolidato della Astaldi che così annota nell’esercizio 2011: «Il 96,4% dei ricavi totali è costituito da ricavi operativi, in crescita del +20% su base annua a 1.652,5 milioni di euro (1.377,1 milioni di euro al 30 settembre 2010). Alla determinazione di questi valori contribuisce il buon andamento delle attività in Italia con i Maxi Lotti “Dg-21” e “Dg-22” della Strada Statale Jonica».
Una montagna di soldi intascati da Astaldi, una montagna di debiti per le strozzate imprese locali che hanno prestato opera per la Astaldi, una montagna di disagi per gli automobilisti. Così, grazie ad Astalti, Anas &Co. Catanzaro compie un balzo in avanti: da città dei tre colli a città delle tre montagne.
Eppure la tracotanza ad Astaldi non mancava. Basta ricordare quando trascinò davanti al Tribunale di Catanzaro Grazioso Manno, quale presidente del Consorzio di Bonifica dello Jonio catanzarese. Il Tribunale di Catanzaro, in quella circostanza, mandò a quel paese Astaldi e il suo collegio di legali respingendo la richiesta di condannare Manno a risarcire i danni di immagine e di reputazione all’impresa per «dichiarazioni non rispondenti a verità ma chiaramente diffamatorie» per la cifra «di 10 milioni di euro». L’azione della Astaldi aveva preso le mosse da una dichiarazione resa da Grazioso Manno alla vigilia della visita in Calabria del Ministro Di Pietro per l’inaugurazione dei lavori del secondo megalotto della Statale 106 del 5 Aprile 2007, dichiarazione con cui Manno aveva manifestato i propri dubbi riguardo ai tempi di completamento della 106.
Otto anni dopo. Le dichiarazioni di Grazioso Manno sono censurabili, ma solo per essere state avventatamente ottimistiche: «Non c’è stato – scrive la collega Zampina – ancora un crollo vero e proprio come accaduto in Sicilia. Ma il collasso di una carreggiata di una strada inaugurata appena tre anni fa è altrettanto importante se questa è stata finanziata con fondi pubblici. Ecco dunque che il costo dei lavori del lotto carreggiata nord imbocco sud Galleria Santa Maria, per le condizioni in cui si trova e per i lavori di adeguamento che Astaldi si sta affrettando a fare, potrebbe passare dagli originari 400 milioni ad 800 milioni finali. Senza considerare che la ditta si sta preoccupando di rifare anche tutte le scarpate.
Interventi che a tre anni dall’apertura diventano inspiegabili e che aprono, oltre a tutti gli altri, un altro capitolo doloroso, quello della spesa di fondi pubblici».