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Licenziata perché incinta, si "riprende" il lavoro

CATANZARO Non è l’unico caso di discriminazioni sul lavoro ma, probabilmente, uno dei pochi con esito “felice”. Vittoria, giovane catanzarese ed ex apprendista di una nota catena di negozi di elettro…

Pubblicato il: 04/05/2015 – 9:29
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Licenziata perché incinta, si "riprende" il lavoro

CATANZARO Non è l’unico caso di discriminazioni sul lavoro ma, probabilmente, uno dei pochi con esito “felice”. Vittoria, giovane catanzarese ed ex apprendista di una nota catena di negozi di elettronica ed elettrodomestici, non si è fatta spaventare dalle lungaggini burocratiche e, per due anni, ha tentato di far valere i propri diritti.
I problemi, per lei, sono iniziati quando si è accorta di non poter ottenere la tanto anelata stabilizzazione del contratto a causa della subentrata condizione di maternità perché, di punto in bianco, si è vista mettere alla porta senza una spiegazione legittima. Così ha letto infatti la sua vicenda il giudice dell’opposizione, Rosario Murgida, che ha fatto proprie le difese esposte dai due legali riconoscendo che «a precludere alla ricorrente l’accesso al beneficio lavorativo di cui hanno fruito gli altri colleghi apprendisti – dieci oltre a Vittoria – della sede di Catanzaro, è stata la sua gravidanza e la conseguente esigenza, per lei, di assentarsi dal lavoro per poterla portare a termine».
In altre parole, l’assenza dal lavoro per questioni più che legittime, ha determinato per la 25enne il licenziamento. Adesso, il suo datore di lavoro dovrà risarcirla e reintegrarla nell’ambiente lavorativo, visto che il licenziamento è stato considerato nullo. Il caso segna, peraltro, un’importante precedente, visto che la legge ha con la sentenza che riguarda la giovane catanzarese “affermato” che la libertà del datore di lavoro di recedere da un contratto non può, in nessun modo, porsi in violazione di altri diritti tutelati e garantiti. Come la maternità, appunto.
«Dopo due anni di battaglia legale – ha detto Vittoria – ce l’ho fatta. Sono stata messa alla porta perché ero l’unica apprendista neo-mamma, e la mia storia ora può essere d’esempio per le donne che ancora oggi devono assurdamente scegliere tra famiglia e lavoro. Non è sempre vero che i colossi, i cosiddetti giganti furbi dell’economia come la catena con cui ho avuto a che fare e che vanta tanto di essere a norma, rispettino le regole, e non è detto – ha concluso – che non si possa vincere contro di loro». 

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