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Calabria terreno di caccia

Quando si dice che la Calabria è un ottimo terreno di caccia, si dice una verità assoluta. Ivi ciascuno che non abbia cadenze dialettali diventa un qualcuno. Di conseguenza, consegue incarichi impo…

Pubblicato il: 21/05/2015 – 8:51
Calabria terreno di caccia

Quando si dice che la Calabria è un ottimo terreno di caccia, si dice una verità assoluta. Ivi ciascuno che non abbia cadenze dialettali diventa un qualcuno. Di conseguenza, consegue incarichi importanti e cachet altrove neppure immaginabili. Ciò perché è da tempo che rimangono in circolazione gli stessi che hanno fallito, che hanno inguaiato i dipartimenti regionali e le aziende della salute, passando da una un’Asl/Ao all’altra anziché essere esclusi dagli incarichi fiduciari, semplicemente per essere andati negativamente ben oltre il mancato conseguimento degli obiettivi e del risultato programmato. Un tale stato di cose ha fatto sì che si estendesse la corsa ai gringo, intendendo i forestieri. Così facendo non si è lavorato per formare una nuova classe dirigente autoctona e si è impedita l’emersione delle professionalità ben rinvenibili nei relativi organici pubblici e che (quasi) nessuno ha voglia (o capacità) di riconoscere.
Questo è il vizio costante che ha afflitto i decisori regionali che si sono limitati a recuperare gli usati della destra e della sinistra a prescindere, quasi a volere essere i garanti masochisti di una biasimevole continuità, da tempo ad appannaggio del potere e dell’affarismo che dalle nostre parti è decisamente ambidestro. Fortunatamente, l’attuale Esecutivo (si suppone oggi) nominerà professionisti di rilievo, dei quali conosco e apprezzo le qualità scientifiche e manageriali.
Veniamo al punto. Chiunque arriva in Calabria bene alloggia. Ciò perché sono così numerose le corbellerie che trova, tanto da fare bene comunque. Il disastro è tale che ogni “invenzione” si rende possibile. Per non parlare dei conti della sanità sui quali si sono scritte tante fesserie, passando da saldi che non c’erano, fatti salvi quelli derivanti dal precedente commissariamento di protezione civile. Rappresentando saldi parziali per certificati senza esserlo, lasciando supporre, al riguardo, l’esistenza dell’adempimento perfezionato a cura degli advisor super retribuiti. Una assistenza della quale nessuno comprende i motivi, attesa la più attuale produzione amministrativa commissariale. Prova ne è il decreto commissariale n. 40 del 20 maggio 2015. Un atto che, ovunque, farebbe gridare allo scandalo, in un momento nel quale la Calabria scoppia di disoccupati e ai pensionati del Paese non viene riconosciuto il valore di adeguamento al costo della vita, ripristinato dalla Consulta con la sentenza n. 70/2015, che sta sottoponendo il governo ad una dura prova con l’equilibrio del bilancio.
In buona sostanza, il neo-commissario attribuisce ad un libero professionista un corrispettivo giornaliero di 600 euro – ebbene si, di un valore lordo al giorno più alto di quanto percepisca in un mese un pensionato sociale ovvero quasi uguale a quanto il Movimento 5 Stelle e il Pd vorrebbero concedere quale reddito di cittadinanza ai più poveri – per fare ciò che chi, di dovere, non ha fatto da anni nell’Asp di Reggio Calabria. Un’isola infelice ove da sempre non tornano i conti.
Gli obiettivi assegnati al professionista rappresentano, infatti, i compiti ordinari e istituzionali per pervenire alla redazione di un corretto bilancio. Un normale che costerà tantissimo, considerati gli accessi programmati e il rimborso spese a piè di lista, che arriveranno a fare rendicontare cifre di gran lunga superiori al costo di un dirigente d.o.c.g.
Considerata la palese anomalia e sproporzionalità al seguito, vengono spontanee quantomeno alcune domande, da valere da sollecitazione alla filiera dei controlli:
– cosa dire dei bilanci dell’Asp sino ad oggi approvati e del consolidato regionale di specie?
– cosa pensare dei controlli sui loro contenuti effettuati da revisori, aziendali e regionali, advisor e Tavolo Massicci?
– cosa supporre del debito pregresso che si è dato in lungo e largo per risanato senza sapere a quanto ammontasse nel triangolo Locri, Palmi e Reggio Calabria?
– dove rinvenire la certificazione vantata, l’unica che potrebbe giustificare il ricorso agli advisor?
– l’ultima: una volta dichiarata l’incapacità di provvedere con risorse professionali interne (il che è offensivo per una classe dirigente a volte capacissima) c’era proprio bisogno di ricorrere ad un commercialista gringo, peraltro selezionato senza procedura di evidenza pubblica?

 

* docente Unical

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