L’omaggio di Reggio a Pietro Battaglia
REGGIO CALABRIA È il pubblico delle grandi occasioni, incluse le massime autorità civili, militari e religiose della città e della provincia, a riempire la sala consiliare del Comune di Reggio Calabr…

REGGIO CALABRIA È il pubblico delle grandi occasioni, incluse le massime autorità civili, militari e religiose della città e della provincia, a riempire la sala consiliare del Comune di Reggio Calabria, da oggi intitolata all’ex sindaco Pietro Battaglia, divenuto celebre per quel “Rapporto alla città” con cui ha chiamato Reggio a difendere il diritto al capoluogo durante i Moti, per poi approdare in Regione e in Parlamento. Una decisione voluta all’unanimità dall’amministrazione – spiega il sindaco Giuseppe Falcomatà – «per recuperare la memoria e dare il giusto riconoscimento a quella che è la storia della nostra città di cui Pietro Battaglia fa parte di diritto». Sindaco negli anni tumultuosi dei Moti, difensore del ruolo strategico di Reggio come ponte verso l’area dello Stretto, da parlamentare padre nobile del decreto Reggio, prima di inciampare in un’inchiesta che lo porterà in carcere tredici mesi, salvo poi assolverlo da ogni addebito e risarcirlo per l’ingiusta detenzione, nelle parole delle massime autorità politiche locali e nazionali che oggi hanno voluto essere presenti per ricordarne il percorso politico ed umano, Battaglia è un esempio di attaccamento alla propria terra, cui si deve rendere omaggio a prescindere dalle appartenenze. Lo sottolinea il presidente della Provincia Giuseppe Raffa, definendolo «l’esempio principe di un uomo che è stato in grado di superare gli steccati ideologici pur di difendere la città che amava, con un trasporto che è tuttora un valore da seguire».
Torna sullo stesso concetto il presidente del consiglio regionale Tonino Scalzo, che spiega «Chi, come noi, rappresenta tutto il popolo calabrese, nell’esercitare la propria funzione democratica ha il dovere di adoperarsi perché la Calabria conosca finalmente una stagione di pace e coesione sociale, presupposto per la soluzione dei gravi problemi che attanagliano il nostro territorio. Abbiamo bisogno di restare uniti per combattere il vero nemico di questa terra, che è la ‘ndrangheta. Oggi onoriamo il ricordo di Pietro Battaglia, padre dell’amico consigliere regionale Mimmo, invitando soprattutto la politica a trarre esempio dalla straordinaria testimonianza del suo coerente impegno politico». È invece da figlio chiamato quotidianamente a confrontarsi con l’eredità e l’ombra politica pesantissima di un padre che ben prima di lui è stato sindaco amatissimo della città di Reggio, che Giuseppe Falcomatà, attuale primo cittadino di Reggio Calabria, si rivolge in primo luogo ai figli di Pietro Battaglia, presenti in aula, dicendo «ci sono lampadine che nonostante si cerchino di spegnere, continuano a brillare. Dobbiamo fare nostra quella luce, non per vivere di riflesso, ma alimentarla seguendone l’esempio. Questa amministrazione vuole rendere omaggio a Pietro Battaglia con la consapevolezza che è sugli esempi del passato che si costruisce il nostro futuro».
Considerava Battaglia un «grande combattente di una battaglia sbagliata», ma dopo averlo conosciuto non ha potuto che apprezzarne la caratura politica, «ma soprattutto umana», il presidente della Regione Calabria, il cosentino Mario Oliverio, che ricorda «dopo aver avuto l’opportunità di confrontarmi con lui, ho capito che a muoverlo era un altro spirito: opporsi alle spinte che avevano condannato la città e la Calabria alla marginalità, con lo stesso spirito con cui in Parlamento avrebbe difeso il Decreto Reggio». Nelle parole del governatore, Battaglia è il simbolo di un periodo che per la Calabria deve smettere di essere un tabù e su cui è necessaria una nuova riflessione perché la regione «vince la sfida del futuro se abbandona i localismi». Una questione su cui – propone il sottosegretario Marco Minniti – la Regione potrebbe agevolare la riflessione con il finanziamento di borse di studio specificamente dedicate allo scopo, che servano a far riflettere non solo la città di Reggio, ma tutta la Calabria “perché la Rivolta non è un’eredità della città, ma di tutta la regione perché ne ha cambiato la storia».
Allo stesso modo, il decreto Reggio – arrivato da Roma per risanare le ferite aperte dalla seconda guerra di mafia, ma anche per ripagare «un debito antico: è una questione meridionale e non reggina, perché – afferma il sottosegretario – è l’ultimo straordinario intervento diretto dello Stato nell’economia del Mezzogiorno». Questioni centrali nella vita politica e personale di Battaglia con cui, da giovanissimo segretario provinciale dell’allora Pci, Minniti ha avuto modo di confrontarsi. Ma le opposte fazioni – spiega – non hanno ostacolato un rapporto umano vero, reale, di stima reciproca profonda, che ancora oggi traspare dalle sue parole. La vita di Piero Battaglia è una straordinaria storia d’amore con una città complicata, esigente, con cui aveva un rapporto consustanziale. Fu il primo a misurarsi con il problema della grande Reggio, quale parte fondamentale della Calabria, ma per la straordinaria posizione geopolitica orientata all’area dello Stretto, dunque naturale trait d’union fra l’Italia continentale e insulare». E proprio da Reggio, afferma in chiusura Minniti, la Calabria deve partire se vuole agganciare il treno della ripresa. «La Calabria non è mai stata unitaria ma lo deve diventare. Il problema del rapporto fra la Calabria e Reggio è fondamentale e Piero Battaglia al riguardo aveva fatto un’operazione importantissima. Non solo ha difeso gli interessi della città di Reggio, ma ha anche impedito che Reggio si separasse politicamente, culturalmente dalla regione. La Calabria deve capire che in questa città ha il suo specchio: se Reggio sta bene, la Calabria sta bene».
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it