Il "sì" di Giuseppe Falcomatà
REGGIO CALABRIA Parola d’ordine sobrietà. Nonostante per la cerimonia abbiano scelto il Duomo cittadino, il giovane sindaco Giuseppe Falcomatà e quella che oggi è divenuta sua moglie, Giovanna Monorc…

REGGIO CALABRIA Parola d’ordine sobrietà. Nonostante per la cerimonia abbiano scelto il Duomo cittadino, il giovane sindaco Giuseppe Falcomatà e quella che oggi è divenuta sua moglie, Giovanna Monorchio, non sembrano aver ceduto a nessun eccesso né negli addobbi, né negli inviti nel giorno del sì. Ortensie bianche in numero contenuto ingentiliscono l’altare, dove il primo cittadino attende la sposa, che entra in chiesa al braccio del padre – il sindaco di Bagaladi, Santo Monorchio – accompagnata dalle prime note del coro polifonico. Anche bouquet e vestito – da lei disegnato insieme alle stiliste della storica ditta reggina “Davida sposa”, dicono i bene informati – sembrano rispettare il veto a ogni eccesso. Unica concessione, un lunghissimo velo, che crea qualche problema di “manovra” nella marcia di avvicinamento all’altare. Ad assistere al fatidico sì ci sono circa duecento persone. I fedelissimi del primo cittadino fin dalla costruzione delle sue liste civiche – Reset e La Svolta – qualche assessore, qualche consigliere comunale, incluso qualcuno di opposizione, come il rappresentante di Reggio Futura, Antonino Matalone, un po’ di Pd – si nota fra i banchi Massimo Canale – poi amici e parenti di entrambi.

Qualche curioso interrompe la consueta passeggiata sul corso cittadino per entrare ad osservare da vicino, qualcuno percorrendo le navate laterali si spinge fino all’altare a sbirciare il vestito di lei, ma nessuna folla è arrivata ad allietare o disturbare – a seconda dei punti di vista – il grande giorno. Gli ospiti che occupano i banchi del Duomo cittadino sono per lo più quelli che la coppia ha voluto e dopo inviteranno a festeggiare al noto hotel “Alta Fiumara”. Un po’ di Palazzo S. Giorgio c’è anche fra i testimoni di lui – l’assessore e storico collega di studio Armando Neri, e Francesco Muraca, fratello dell’assessore alla Sicurezza urbana Giovanni – per lei invece, le amiche Sabrina Iacopino e Ramona Triolo. Mentre don Gianni Polimeni celebra la funzione, i due sposi sembrano tranquilli, partecipano composti e senza lasciar trapelare ansia alla cerimonia. Scongiurato il “pericolo canari”, gli attivisti animalisti da tempo sul piede di guerra che circa un anno fa hanno rimesso in funzione il canile di Mortara e negli ultimi giorni hanno procurato ansie alla promessa sposa che ne temeva un’irruzione in piena cerimonia, anche lei sorride. E sorridono molto anche gli invitati, gli unici – almeno in parte – a non aver rispettato la consegna della sobrietà per vestiti e accessori.
a.c.