Lamezia, condannato l'ex consigliere provinciale Bevilacqua
LAMEZIA TERME Quattro anni e otto mesi di reclusione, interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, 15mila euro da risarcire al Comune di Lamezia Terme in quanto parte civile e 10mila euro ciascuno pe…

LAMEZIA TERME Quattro anni e otto mesi di reclusione, interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, 15mila euro da risarcire al Comune di Lamezia Terme in quanto parte civile e 10mila euro ciascuno per Fai e Ala (associazione antiracket di Lamezia Terme). Questa la condanna che il Tribunale di Lamezia Terme ha inflitto a Gianpaolo Bevilacqua per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. L’ex consigliere provinciale del Pdl è stato invece assolto, perché il fatto non sussiste, dal reato di estorsione. Nei suoi confronti il sostituto procuratore Elio Romano aveva chiesto una condanna a 10 anni di reclusione. Il processo a carico di Bevilacqua, difeso dall’avvocato Francesco Gambardella, si è svolto con rito abbreviato. A Bevilacqua la Dda di Catanzaro contestava il ruolo di «concorrente esterno della cosca Giampà, in quanto, pur non potendosi ritenere inserito stabilmente nella struttura organizzativa del sodalizio, forniva un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo diretto alla realizzazione del fatto criminoso collettivo». In particolare, Bevilacqua «poneva in essere in più occasioni la promessa e il suo impegno politico di attivarsi, una volta eletto, a favore dei membri della cosca per l’assegnazione di appalti o posti di lavoro, in cambio del costante impegno elettorale da parte degli esponenti della cosca a procurare più voti possibili ai fini dell’elezione, ma anche a favore della cosca Iannazzo, per ciò che concerne gli appalti in zona aeroportuale, divenendo sostanzialmente il politico di riferimento della cosca Giampà a livello provinciale».
E NOTARIANNI È stato condannato a 7 anni di reclusione e 40mila euro di multa anche il presunto “sodale” del clan Giampà Pasquale Notarianni, nel corso del processo stralcio legato all’operazione “Perseo” che si è svolto, con rito abbreviato, nel Tribunale di Lamezia Terme. Le accuse nei suoi confronti sono di associazione mafiosa, estorsione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Nel corso della requisitoria il sostituto procuratore della Dda Elio Romano aveva chiesto una pena di 12 anni di reclusione.
Alessia Truzzolillo
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