Baretta: «Il governo vuole salvare gli lsu-lpu»
LAMEZIA TERME La tensione sociale in Calabria è altissima e Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia del governo Renzi, ne è consapevole. Ecco perché ancora non si arrende all’idea che n…

LAMEZIA TERME La tensione sociale in Calabria è altissima e Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia del governo Renzi, ne è consapevole. Ecco perché ancora non si arrende all’idea che non possa essere trovata una soluzione per “salvare” gli lsu-lpu calabresi. «L’esecutivo ha a cuore il problema dei precari in servizio in alcuni Comuni della Calabria. Cercherò fino all’ultimo istante di premere per l’inserimento di una norma nel maximendamento al decreto legge sugli Enti locali su cui il governo porrà la fiducia. E se ciò, come appare probabile, non dovesse avvenire? «Assumo l’impegno a trovare una soluzione in tempi rapidi, magari con l’inserimento della norma in uno dei primi provvedimenti che il Parlamento approverà nelle prossime settimane». Tutto ruota sempre attorno all’emendamento, bocciato in commissione Bilancio al Senato, a firma Doris Lo Moro (Pd)- Nico D’Ascola (Ncd), che avrebbe consentito l’impiego di 38 milioni di euro stanziati dalla Regione per la contrattualizzazione degli lsu-lpu.
L’ORIGINE DEL “DISASTRO” La genesi di questa storia è racchiusa nei resoconti della commissione Bilancio di Palazzo Madama. Quando il sottosegretario Baretta fa presente che «per errore» è stato ritirato un emendamento della senatrice calabrese Lo Moro «volto a intervenire sulle procedure di stabilizzazione del personale di alcuni comuni della Calabria», è il presidente dell’organismo, Gian Carlo Sangalli (Pd), a spegnere ogni speranza: «Siccome l’emendamento Lo Moro è stato respinto, anziché ritirato, diventa più difficile l’operazione proposta dai rappresentanti del governo». Seguono poi gli interventi di Antonio D’Alì (Fi) ed Elisa Bulgarelli (M5S), entrambi contrari a “recuperare” la norma che darebbe sollievo ai cinquemila lavoratori precari di questa regione.
Il forzista rammenta «che un problema simile riferito alla stabilizzazione dei precari della Sicilia ha portato alla presentazione di un ordine del giorno». Motivo per cui D’Alì «suggerisce una soluzione analoga per i precari della Calabria, rinviandone la stabilizzazione all’esame della legge di Stabilità». L’esponente pentastellata ne fa, invece, una questione di metodo: «Il problema della precarietà riguarda molti altri comuni e, nel caso si intenda stabilizzare i lavoratori della Calabria è necessario, di conseguenza, affrontare la situazione per le altre regioni». Inutili, a questo punto, gli appelli finali degli stessi Baretta e Santini. Il patatrac è consumato. Per i precari calabresi è un’estate di grandi incertezze.
Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it