Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 23:16
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Depurazione, dieci milioni destinati agli impianti

LAMEZIA TERME Dieci milioni di euro saranno stanziati dal governo regionale per la depurazione. «Non sarà un’erogazione di fondi a pioggia», ha affermato il neo assessore all’Ambiente Antonella Rizzo…

Pubblicato il: 28/07/2015 – 15:36
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Depurazione, dieci milioni destinati agli impianti

LAMEZIA TERME Dieci milioni di euro saranno stanziati dal governo regionale per la depurazione. «Non sarà un’erogazione di fondi a pioggia», ha affermato il neo assessore all’Ambiente Antonella Rizzo ai microfoni de LaC, ma i finanziamenti saranno distribuiti a seconda delle criticità che presentano gli impianti di depurazione distribuiti su tutto il territorio regionale. Sarà, adesso, compito dei sindaci quello di prodigarsi nel presentare un prospetto che descriva le problematicità degli impianti presenti nei comuni e i progetti per gli interventi necessari. Lo scorso 13 luglio il governatore della Calabria, Mario Oliverio, nel corso di un incontro con i sindaci calabresi su rifiuti e depurazione aveva affermato: «Su rifiuti, risorse idriche e depurazione delle acque abbiamo un grande ritardo. Un ritardo che ci costa 80 milioni di euro all’anno sotto forma di sanzioni da parte della Comunità europea per la cattiva gestione della depurazione (40 milioni di multa all’anno) e dei rifiuti (40 milioni). Risorse divorate da una macchina che noi stessi abbiamo creato in passato. Stiamo cercando di fronteggiare le emergenze per venire incontro ai comuni per la stagione estiva e parimenti staio lavorando per creare un sistema virtuoso». E sulla depurazione in particolare: «Per quanto riguarda la depurazione, sappiamo che la Sorical è in liquidazione e in generale vi è una sostanziale stasi del sistema idrico integrato. Le gare fatte sulla depurazione lo scorso anno, per un investimento di 40 milioni di euro, sono state impostate male ed espongono anche a rischi di legittimità. Gare che si prestano a osservazioni che richiamano a responsabilità di non poco conto. Non lo diciamo noi ma il ministero dell’Ambiente. Per la stagione estiva abbiamo un programma per i comuni della costa e contestualmente stiamo preparando un programma che ci permetta di superare i problemi regionali. Dobbiamo puntare a diventare una regione normale».

 

DRONI A GUARDIA DELLE ACQUE COSENTINE Nel frattempo la Provincia di Cosenza annuncia l’attività di monitoraggio dell’ambiente marino sperimentando l’utilizzo dei droni per controllare il mar Tirreno dall’alto. «La Polizia provinciale, in particolare, – affermano dalla Provincia – sta controllando da mesi i diversi depuratori della costa tirrenica cosentina, riscontrando molte irregolarità che sono tra le cause dell’inquinamento marino. Sotto osservazione sono la manutenzione ordinaria e straordinaria dei depuratori, con controlli su tutte le fasi di depurazione, campionamenti degli scarichi a mare, controlli sulla gestione e manutenzione degli impianti. Dai campionamenti fatti sui 41 impianti, ora al vaglio della Procura di Paola, è stato riscontrato, in alcuni casi, il superamento dei limiti tabellari per quanto riguarda le analisi microbiologiche. In questi giorni si sta procedendo, inoltre, anche alle analisi di parametri che stabiliscono la tossicità delle acque allo scarico».

Ma l’inquinamento non arriva solo dalle acque ma «molta sporcizia arriva a riva sollevata dai fondali, soprattutto per colpa della pratica illegale della pesca a strascico, regolarmente messa in atto da diversi pescherecci che a volte riescono a sfuggire al controllo della guardia costiera. Per questo motivo il presidente Occhiuto ha offerto un ulteriore supporto per le attività di monitoraggio grazie alle moderne tecnologie offerte dai droni che controlleranno dall’alto ciò che avviene a largo delle coste del mar Tirreno. Un primo volo prova è stato effettuato questa mattina a Paola, in località Pantano. L’aeromobile a pilotaggio remoto, dotato di videocamera e fotocamera, ha registrato diverse immagini sia degli impianti di depurazione della zona, sia della foce dei torrenti. Il drone si è poi spostato verso il largo, in una simulazione di controllo per l’individuazione di pescherecci che praticano la pesca a strascico, illegale sia per i danni che causa ai fondali, sia perché depaupera la risorsa ittica, catturando anche pesci allo stadio giovanile, non commercializzabili e costituendo in più una concorrenza sleale per la piccola pesca artigianale. Inoltre il lavoro della rete sul fondale, porta a galla sporcizia sedimentata che, trascinata a riva dalle correnti, contribuisce a produrre quello strato di colore scuro che galleggia sulle onde».

Argomenti
Categorie collegate

x

x