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La Regione sarà parte civile contro i "furbetti" dei fondi Ue

CATANZARO È in arrivo una piccola rivoluzione nella gestione dei fondi comunitari. O, meglio, nella gestione delle conseguenze che essi producono sul territorio. Troppe volte le erogazioni disposte a…

Pubblicato il: 04/08/2015 – 16:15
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La Regione sarà parte civile contro i "furbetti" dei fondi Ue

CATANZARO È in arrivo una piccola rivoluzione nella gestione dei fondi comunitari. O, meglio, nella gestione delle conseguenze che essi producono sul territorio. Troppe volte le erogazioni disposte a Bruxelles si trasformano in piccole o grandi truffe. Troppo spesso i soldi destinati allo sviluppo prendono strade illegali. E capita che ciò avvenga senza una presa di posizione netta da parte della Regione, che colleziona maglie nere sull’utilizzo dei fondi europei. Per questo, la giunta regionale ha dato una sterzata importante, decidendo di costituirsi parte civile contro tutti i “furbetti”, in tutti i processi nati da presunti utilizzi illeciti delle risorse comunitarie. Il primo passo, nella giunta regionale di martedì, è un accordo con l’Arcea, cioè l’organismo pagatore della Regione per gli aiuti sulla politica agricola.
Arcea e Regione sono i soggetti danneggiati dai reati sul conseguimento illecito di contributi comunitari, che vengono erogati proprio dall’Azienda per conto della Regione. Ed entrambi hanno deciso di tutelarsi rispetto ai “furbetti”. Regione e Arcea si costituiranno parte civile in tutti i processi penali che avranno come oggetto qualunque reato inerente o collegato alla percezione indebita di fondi comunitari erogati nel settore dell’agricoltura.
Il compito di difendere gli enti spetterà all’Avvocatura regionale, anche perché l’Arcea non ha avvocati che possano svolgere questa funzione. Sarà il coordinatore dell’Avvocatura a costituirsi parte civile. E per i “furbetti” ci sarà uno scoglio in più da superare. E i fondi indebitamente sottratti allo sviluppo potranno tornare nelle casse della Regione. Un modo per cominciare a smettere i panni della pecora nera dell’Ue. Una piccola rivoluzione, appunto.

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