KYTERION 2 | L'avvocato Corda respinge le accuse
CATANZARO Ha chiarito la propria posizione nei confronti del boss Nicolino Grande Aracri e ha spiegato che l’unico legame che lo riconduce alla famiglia Grande Aracri è di tipo professionale, avendon…

CATANZARO Ha chiarito la propria posizione nei confronti del boss Nicolino Grande Aracri e ha spiegato che l’unico legame che lo riconduce alla famiglia Grande Aracri è di tipo professionale, avendone, in diversi procedimenti, assunto la veste di difensore e di parentela. Ha smentito ogni accusa Rocco Corda – noto penalista di Crotone, tra i 16 presunti affiliati alla cosca di Cutro che lunedì sono stati raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare nel corso dell’operazione Kiterion 2 – nel corso dell’interrogatorio di garanzia tenutosi davanti al gip di Catanzaro Giuseppe Perri. Assistito dai propri legali, gli avvocati Saverio Loiero e Gregorio Viscomi, Corda ha spiegato che le sue visite a casa di Nicolino Grande Aracri fossero giustificate dal vincolo di parentela che lega la propria madre alla mamma del Grande Aracri: le due donne, infatti, sono sorelle. L’indagato, inoltre, ha smentito decisamente l’accusa di aver partecipato a summit mafiosi, nonché di aver posto in essere operazioni finanziarie illecite per conto della consorteria. In particolare, la carta di credito rinvenuta nello studio dell’avvocato Corda e riconducibile al Grande Aracri, dalla quale gli inquirenti hanno desunto tale ipotesi di accusa, riporta come data di scadenza il 1996/1999: anno in cui l’indagato ancora non era nemmeno laureato. Al termine dell’interrogatorio, gli avvocati Loiero e Viscomi hanno chiesto la revoca della custodia cautelare in carcere applicata al Corda, in quanto mancherebbe la gravità indiziaria idonea a giustificare una misura così restrittiva.
IL GIP DICHIARA LA PROPRIA INCOMPETENZA I due legali, inoltre, hanno rilevato l’incompetenza funzionale del gip di Catanzaro ad emettere l’ordinanza cautelare, dal momento che, per gli stessi fatti e nell’ambito del medesimo procedimento – si parla del processo Kiterion I, nato dall’omonima operazione a gennaio 2015 – è in corso udienza preliminare dinnanzi al gup di Catanzaro, Saverio Ferraro, il quale, quindi, sarebbe l’unico organo funzionalmente competente ad emettere qualsivoglia provvedimento. Ed infatti, al termine dell’udienza di convalida, il gip Giuseppe Perri, ha dichiarato la propria incompetenza a decidere sull’istanza di revoca della misura cautelare, disponendo la trasmissione degli atti al giudice dell’udienza preliminare, innanzi al quale è in corso la prima tranche del medesimo procedimento.