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'Ndrangheta a Milano, in manette un medico e un imprenditore

MILANO Dalle prime ore di questa mattina, la polizia di Stato sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Milano nei confronti di due italiani: Artur…

Pubblicato il: 26/01/2016 – 7:04
'Ndrangheta a Milano, in manette un medico e un imprenditore

MILANO Dalle prime ore di questa mattina, la polizia di Stato sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Milano nei confronti di due italiani: Arturo Sgro, un chirurgo plastico di 42 anni, e Ignazio Marrone, titolare di una ditta di autodemolizioni di Desio (Mb) di 40 anni. I due sono accusati di associazione mafiosa in quanto considerati appartenenti alla “locale” di ‘ndrangheta di Desio. La lunga indagine condotta dagli agenti della squadra mobile di Milano negli anni 2013 e 2014, coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, ha permesso di accertare, tra l’altro, che i due arrestati riscuotevano crediti per conto di alcuni sodali detenuti, provvedendo inoltre al loro sostentamento. Il chirurgo plastico, inoltre, si è avvalso della propria professione di medico per svolgere attivita’ di informazione e assistenza a esponenti della ‘ndrangheta. Il titolare della ditta di autodemolizioni è poi indagato anche per ricettazione, detenzione illegale di armi comuni da sparo e da guerra e relativo munizionamento, reati aggravati dalla finalità di agevolare l’associazione mafiosa. 

«SONO MAFIOSI» Secondo le indagini svolte dagli inquirenti i due sarebbero «membri a pieno titolo della consorteria mafiosa» e utilizzano un linguaggio tipico mafioso. Gli inquirenti, inoltre, specificano che l’ospedale dove operava Sgro non ha nulla a che fare con l’attivita’ criminale, anche perché l’assistenza che lui portava a «detenuti o criminali ‘ndranghetisti se non letta nell’ottica delle indagini, poteva rappresentare un normale interessamento di un medico per un paziente». Il chirurgo, inoltre, è incensurato ed è arrivato a Milano nel 2009 dopo aver svolto la sua attività anche all’estero, ma nel suo nucleo familiare sono presenti numerosi personaggi appartenenti alla ‘ndrangheta. Marrone, invece, ha precedenti penali e la sua ditta di autodemolizioni, hanno spiegato gli inquirenti, è un vero e proprio fortino con video sorveglianza all’esterno e all’interno. Ditta che veniva messa a disposizione per riunioni ‘ndranghetiste o dove venivano portate persone per riscuotere crediti vantati da detenuti in carcere e appartenenti alla consorteria mafiosa, e per custodire le armi. I due, nonostante la diversità di professione, dal punto di vista criminale operavano in perfetta simbiosi.

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