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Columbus, tutti a processo

REGGIO CALABRIA Si dovranno presentare il prossimo 14 aprile di fronte al tribunale di Palmi per l’inizio del processo a loro carico gli imputati del procedimento Columbus, scaturito dall’omonima o…

Pubblicato il: 10/02/2016 – 20:47
Columbus, tutti a processo

REGGIO CALABRIA Si dovranno presentare il prossimo 14 aprile di fronte al tribunale di Palmi per l’inizio del processo a loro carico gli imputati del procedimento Columbus, scaturito dall’omonima operazione, frutto anche del protocollo d’intesa fra il Dipartimento di Pubblica Sicurezza e il Federal Bureau of Investigation, che ha individuato e scompaginato la rete di narcotraffico che, dagli Stati Uniti, assicurava regolari spedizioni di cocaina del Costarica in Europa. Il gup di Reggio Calabria ha infatti rinviato a giudizio Antonio Berlingeri, Cosimo Berlingeri, Domenico Berlingeri (cl. 69), Domenico Berlingeri (cl.80), Basilio Caparrotta, Salvatore Caparrota, Alfonso Santino Papaleo e Pino Fazio, mentre hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato Nicolò Preiti, Carmine Violi e Francesco Violi. Tutti quanti per i pm sono a vario titolo espressione delle ramificazioni italiane di una vasta rete di narcotraffico internazionale, il cui regista e mentore è Gregorio Gigliotti, imprenditore calabrese da tempo residente a New York, attenzionato prima e arrestato poi dalle autorità statunitensi su sollecitazione della Dda reggina. È stato lui a rilevare il ruolo del narcotrafficante Giulio Schirripa, arrestato nell’inchiesta Solare. Insieme ai familiari – la moglie Eleonora, i figli Angelo e Giuseppe, e il nipote Emilio – Gigliotti gestiva un più ricco e fiorente business: quello della cocaina. E se Gigliotti era la mente, toccava alla moglie Eleonora, insieme ad altri soggetti italiani, formalmente dipendenti del ristorante, fare la spola fra gli Stati Uniti e il Costa Rica, per definire di volta in volta, modalità, quantità e tempi di invio della coca, come gestire delicatissime trattative in Italia. Un fiume di cocaina che arrivava in Calabria e qui veniva smistata grazie alla rete messa in piedi da Franco Fazio, principale braccio operativo del narco-ristoratore. Monitorandolo, gli investigatori lo hanno visto stringere con disinvoltura accordi con uomini dei clan di tutta la Calabria, dai Violi di Sinopoli, legati a Gigliotti da rapporti di comparato e principali destinatari delle spedizioni di coca, ai Berlingeri di Catanzaro, fino alle cosche di Vibo e Crotone.

LA RETE CALABRESE Rapporti che diventano complicati quando i Violi tardano nel pagare una fornitura, tanto da spingere Gigliotti ad affermare «Va a finire che il sangiovanni (rapporto di comparato, ndr) lo rompiamo con questo qua! Che quello i soldi glieli ha dati..lui coglioneggia la viola.. se si pensa che è ‘ndranghetista (inc)..che cazzo di tipi che sono cazzo, e io che mi ci metto». Un passaggio importante per gli inquirenti italiani, perché svela non solo la caratura criminale del narco-ristoratore, ma anche i problemi che i mancati introiti stavano generando con i narcos centroamericani. Poco dopo gli investigatori lo sentiranno dire infatti: «Mi hanno sparato sulla casa, lo sai tu? Lo hai saputo questo fatto? Li hanno mandati da là (dal Costa rica, ndr) che gli devo 100mila dollari. E io la sto tirando, tira e molla. Mi hanno bombardato e lui coglioneggia». Ma il pessimo pagatore Francesco Violi non sarà l’unico a “deludere” Gigliotti. Lontano dall’occhio del padrone, anche il fedele soldato Fazio inizia a fare di testa sua. Sottrae una parte del carico per venderlo in proprio, ma quando il suo cliente, Domenico Berlingeri, ha difficoltà a pagare la fornitura di 640 grammi di cocaina acquistata, per Fazio cominciano i guai. Di suo non ha come coprire il buco e ha pochissimo tempo per recuperare l’ammanco perché Gigliotti sta per arrivare in Italia, proprio per verificare cosa stia succedendo nella rete calabrese. Come ampiamente paventato – e registrato dagli investigatori nelle frequenti conversazioni telefoniche con un’amica – Fazio non ce la fa a recuperare il debito, che per Gigliotti è in tutto e per tutto un tradimento. Il narco-ristoratore ne parla con la moglie Eleonora, suo vero e proprio braccio destro, e con il figlio Angelo, che addirittura si offre di trasferirsi in Calabria per prendere il posto di Fazio, il quale per onorare il debito verrà obbligato a fermarsi per mesi a New York, da dove viaggerà regolarmente per il Costa Rica con il compito di pagare i narcos. Prima però, deve recuperare i 20mila euro sottratti in droga, per questo fa pressione su Berlingeri, mentre a Crotone entra in contatto con una rete di pusher per tentare di recuperare qualcosa dallo smercio al dettaglio. Una rete che, proprio grazie a quelle telefonate, inquirenti e investigatori hanno ricostruito con precisione, tanto da riuscire a trascinare tutti a giudizio.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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