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E ora Paolini si candida contro il Pd

Il day after, forse, ha un sapore ancora più amaro…«Amaro? Io vado avanti a testa alta. Nonostante i tradimenti».Cinque anni dopo il Pd le ha riservato lo stesso trattamento…«Il Pd di Renzi, Magorn…

Pubblicato il: 20/02/2016 – 11:59
E ora Paolini si candida contro il Pd

Il day after, forse, ha un sapore ancora più amaro…
«Amaro? Io vado avanti a testa alta. Nonostante i tradimenti».
Cinque anni dopo il Pd le ha riservato lo stesso trattamento…
«Il Pd di Renzi, Magorno e Oliverio vuole le primarie quando è sicuro di vincerle. Prendo atto che all’interno di quel partito c’è una democrazia a intermittenza, un disprezzo per le regole».
Al telefono la voce di Enzo Paolini non tradisce emozioni. L’avvocato radicale, poi socialista, uno dei pupilli del vecchio Giacomo Mancini, è determinato a riproporre la sua candidatura a sindaco di Cosenza dopo la bruciante sconfitta al ballottaggio del 2011. E ciò nonostante il cambio di passo del Pd e di gran parte del centrosinistra che hanno deciso di puntare tutte le loro carte su Lucio Presta.
Come spiega l’addio alle primarie da parte del Pd?
«Nonostante le rassicurazioni della vigilia, i vertici del partito sono venuti meno a un impegno politico. C’è una frase esemplificativa del contesto in cui è maturata la decisione. L’ha pronunciata ieri sera il deputato Franco Bruno: “Per collegare Cosenza al governo nazionale bisogna accontentare i desiderata del governo”. Ergo: niente primarie e via libera al candidato gradito a Renzi. Ha capito di cosa stiamo parlando?».
Lei prima parlava del Pd di Oliverio, l’attuale governatore che lei ha fortemente sostenuto facendo leva su un patto politico di reciproco sostegno…
«Sì, tra noi c’era un impegno politico. Rifiutai la candidatura alle regionali, avevo detto a Oliverio che ero nuovamente disposto a impegnarmi per Cosenza. A lui avevo chiesto sostegno nel portare avanti l’idea che il candidato dovesse essere scelto attraverso le primarie».
Alla fine è prevalsa la linea del Nazareno…
«La regola che si applica con il civismo di Sala a Milano, con il partitismo di Giachetti a Roma, a Cosenza viene meno. D’altronde Guglielmelli e Incarnato lo hanno detto chiaramente: la volontà di puntare su Presta è di tutti i deputati e i consiglieri regionali. Ho preso atto di quello che mi è stato detto».
Magari dietro tale strategia c’è anche qualche altro big…
«Se si riferisce a Nicola Adamo, beh, è probabile che sia così. In passato mi ha detto più volte che era d’accordo con le primarie. Poi, a un certo punto, non l’ho più sentito».
Adesso da dove si riparte?
«Da una campagna elettorale che voglio affrontare a testa alta. Con me ci saranno Pse, Verdi, Scelta Civica e altri movimenti civici, oltre agli ex consiglieri comunali che in questi anni hanno fatto opposizione a Occhiuto». 
Ncd non ha firmato il documento pro Presta. Non è che i fratelli Gentile convergono sul suo nome?
«Questo bisogna chiederlo a loro».
Ex consiglieri che hanno firmato le dimissioni, consentendo la fine anticipata della legislatura, dietro la promessa il candidato a sindaco sarebbe stato scelto dai militanti…
«Le dimissioni erano un atto politicamente dovuto. Nel giorno precedente la sfiducia, la segreteria provinciale del Pd ha affermato che il candidato sarebbe stato scelto attraverso le primarie se non ci fosse stata unitarietà». 
Lucio Presta proprio non le piace?
«Non conosco Presta, non posso esprimere giudizi. Certo, non è accettabile la metodologia con cui si arriva a tale designazione. Se lui avesse fatto come Sala non avremmo potuto dire nulla». 
Il Pd, il partito che tanto l’attrae, non sembra essere la sua casa…
«Non ho mai preso la tessera di quel partito».

Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it

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