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A Reggio "cento passi" per la legalità

REGGIO CALABRIA «Mai ho ricevuto così tanta solidarietà, qualcosa si è mosso». Così esordisce al salone dei Lampadari di Palazzo San Giorgio, Tiberio Bentivoglio. Visibilmente emozionato, il com…

Pubblicato il: 04/03/2016 – 20:57
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A Reggio "cento passi" per la legalità

REGGIO CALABRIA «Mai ho ricevuto così tanta solidarietà, qualcosa si è mosso». Così esordisce al salone dei Lampadari di Palazzo San Giorgio, Tiberio Bentivoglio. Visibilmente emozionato, il commerciante reggino ha parlato di fronte ad una platea gremita di giovani. Gli stessi studenti che questa sera hanno dato vita al flash mob “Cento passi per la giustizia”, organizzato nell’ambito del progetto del Tribunale di Reggio Calabria “Civitas”, a cui aderiscono Reggio Non Tace, Masci RC4 e Crivop: il corteo partito da piazza Duomo ha attraversato il Corso Garibaldi, terminando proprio davanti alla sede del Comune reggino, dove si è tenuta una assemblea pubblica con Bentivoglio, Filippo Cogliando e Giuseppe Spinelli, imprenditori che hanno denunciato il racket mafioso e non hanno ceduto alla prevaricazione della ‘ndrangheta.

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Alla presenza del sindaco Giuseppe Falcomatà, della consigliera di parità della Provincia Daniela De Blasio e del presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria Luciano Gerardis, il commerciante ha raccontato quanto accaduto nella notte tra il 28 e il 29 febbraio: «Quella sera del 28 febbraio, alle 21:15 avevo finito di trasportare la merce dalla sanitaria di Condera al deposito che avevo affittato, in attesa di inaugurare il 15 marzo la nuova struttura, un bene confiscato. Mi hanno seguito. Il 70% della merce è andata distrutta. Sono molto preoccupato per la mia famiglia, ma ho voglia di vedere non tanta gente, ma tutta la gente perbene di questa città». Nel corso del suo intervento, Bentivoglio si è rivolto agli studenti: «Voi siete il presente, non solo il futuro; non accettate la schiavitù, incazzatevi».«Gli adulti li abbiamo visti molto poco, ma vedere i giovani ci porta tanta speranza nella lotta per la legalità. Sentirvi vicini è rincuorante», ha detto lo chef Cogliandro. «Affrontate la storia della lotta al racket per capire quante persone – ha affermato l’imprenditore rivolgendosi agli studenti – c’hanno rimesso la vita. E prima di fare un acquisto domandiamoci a chi appartiene quel negozio».«In Calabria nessuno si assume le responsabilità, la parola d’ordine è “non ti preoccupare”», ha aggiunto l’imprenditore agricolo e testimone di giustizia, Spinelli. «Ho deciso che non posso delegare altri a difendere la mia libertà. Non si può più pensare che “tanto a me non mi tocca” e voltarsi dall’altra parte. Il limite dei tiranni – ha spiegato – è il livello di sopportazione degli oppressi».

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