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A San Giuseppe è sempre festa a Cosenza

COSENZA Non c’è crisi economica che tenga. E nemmeno il freddo o la pioggia fermano i cosentini. La fiera di San Giuseppe è un appuntamento imperdibile. È storia, tradizione, mix di culture. Una misc…

Pubblicato il: 19/03/2016 – 10:16
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A San Giuseppe è sempre festa a Cosenza

COSENZA Non c’è crisi economica che tenga. E nemmeno il freddo o la pioggia fermano i cosentini. La fiera di San Giuseppe è un appuntamento imperdibile. È storia, tradizione, mix di culture. Una miscellanea di sapori, odori e colori. Quando poi la giornata è illuminata e un po’ riscaldata dal sole tutto il viale Parco – dove sono dislocate numerose bancarelle e stand – si riempie di gente. Grandi e piccini, famiglie e gruppi di amici, studenti che hanno marinato la scuola perché non è San Giuseppe senza la fiera, “senza il panino con salsiccia e lo zucchero filato”.
Per i ragazzi le tappe obbligatorie sono le bancarelle con tutti i supporti tecnologici, per le ragazze quelle con bracciali, orecchini e collane. Nuove creazioni con influssi orientali. Non rinunciano alla passeggiata alla fiera le signore che si soffermano a guardare biancheria o pentole, ma poi desistono “costano un po’, meglio lasciare stare”. Pure la Fiera risente delle crisi economica: in tanti fanno promozioni, offerte, “tre per due”. Diverse le bancarelle con “tutto a un euro”. Ma a un “ricordo della Fiera” non si rinuncia. I bambini vogliono portare a casa un “pesciolino”, gli unici animali in vendita dopo che anni fa il Comune h emesso un’ordinanza di divieto di vendita di animali. Tra le novità di quest’anno impazza “l’arancinotto” un oggetto che prepara gli arancini in un baleno al prezzo di cinque euro e che alcuni vendono come “arancinotto silano”. Per chi è amante della cultura spicca per la prima volta la bancarella del “libro salvato” che vende libri antichi e di svariati argomenti. Immancabili le ceramiche di Seminara e i mostaccioli di Soriano, il pane pugliese e il formaggio siciliano. Gli espositori della Fiera sono un mix di dialetti e accenti: dalle regioni del Sud ai paesi africani. E per una settimana la città dei Bruzi si trasforma in un’oasi di accoglienza: il centro sociale Rialzo ospita gli extracomunitari e tutti gli ambulanti stranieri con le loro famiglie. In questi giorni, infatti, numerose parrocchie e associazioni raccolgono prodotti alimentari e pasti caldi per loro nel pieno rispetto delle tradizioni religiose: quindi è bandita la carne di maiale. Sono accettati anche altri beni, come coperte o giochi per i bimbi. «Siamo venuti mercoledì – racconta una famiglia di nigeriani – vendiamo borse e gioielli. Stiamo bene: c’è un piatto caldo e si dorme al caldo. Speriamo di vendere qualcosa anche se fino ad ora c’è stata poca gente per la pioggia». Su viale Parco il flusso di gente tende ad aumentare nel pomeriggio quando ci si libera dal lavoro e ci si concede un giro con tutta la famiglia perché «non è San Giuseppe senza la Fiera».
«Ogni anno vengo – racconta una signora – con la promessa di non spendere soldi, ma poi vedo quella pentola utile o quella piantina particolare e non riesco a trattenermi. E, poi, come torno a casa senza i mostaccioli e le noccioline della Fiera?». Quando si fa sera si conserva tutto nei camper dove qualcuno dorme anche, nei camion e si va a cenare aspettando il giorno di San Giuseppe dove è attesa una fiumana di gente perché dopo la zeppola è d’obbligo un giro alla Fiera tra un assaggio di zucchero filato e un il piacere di degustare qualche prelibatezza anche non locale.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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