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TSUNAMI RENDE | La difesa di Principe potrebbe ricorrere in Cassazione

COSENZA La difesa di Sandro Principe potrebbe ricorrere in Cassazione dopo la decisione del Tribunale della libertà di non revocare la misura degli arresti domiciliari per l’ex sottosegretario al L…

Pubblicato il: 12/04/2016 – 17:10
TSUNAMI RENDE | La difesa di Principe potrebbe ricorrere in Cassazione

COSENZA La difesa di Sandro Principe potrebbe ricorrere in Cassazione dopo la decisione del Tribunale della libertà di non revocare la misura degli arresti domiciliari per l’ex sottosegretario al Lavoro. ll Riesame, infatti, ha rigettato la richiesta di scarcerazione per l’ex sindaco di Rende ma ha revocato la misura dei domiciliari per Pietro Ruffolo, Giuseppe Gagliardi, Umberto Bernaudo e Rosario Mirabelli. I politici, finiti ai domiciliari il 23 marzo scorso nell’ambito dell’operazione denominata “Sistema Rende”, sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa e di aver ricevuto il sostegno elettorale del clan Lanzino-Ruà. La decisione di revoca dei domiciliari è stata determinata dal venire meno delle esigenze cautelari per i quattro, ma non è venuta meno la gravità indiziaria. Revocata, allo stesso modo, anche la misura degli arresti domiciliari per Marco Paolo Lento, presunto intermediario tra i politici e la cosca, difeso dall’avvocato Giuseppe Manna. I difensori di Principe, i legali Franco Samarco e Marco Amantea aspettano di leggere le motivazioni del Riesame che saranno depositate tra quarantacinque giorni e poi valuteranno se presentare ricorso in Cassazione. Nel corso dell’udienza del Tdl il procuratore aggiunto della Dda, Vincenzo Luberto, e il sostituto Pierpaolo Bruni – che firmano l’inchiesta sulle presunte collusioni tra ‘ndrangheta e politica a Rende – avevano depositato nuovi atti. Si tratta di un verbale con le dichiarazioni di Amerigo Castiglione, candidato a sindaco di Rende nel 2011, e una nota del segretario comunale di Rende relativa alla nomina a dirigente di Ernesto Lupinacci. Nella stessa inchiesta sono coinvolti anche alcuni presunti esponenti della cosca Lanzino-Ruà: per loro il gip lo scorso 23 marzo ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Si tratta di Michele e Umberto Di Puppo (difesi dall’avvocato Marcello Manna); di Adolfo D’Ambrosio (difeso dall’avvocato Cesare Badolato), e di Francesco Patitucci. Secondo l’impianto accusatorio, il clan avrebbe procacciato voti per l’ex sottosegretario al Lavoro Sandro Principe e per gli altri politici indagati che farebbero parte della coalizione del «rais di Rende» e in cambio avrebbero ottenuto favori, denaro e anche assunzioni in cooperative del Comune.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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