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COSTA PULITA | I Mancuso e gli affari sui disastri ambientali

CATANZARO «Desta indignazione il controllo del territorio che le ’ndrine riuscivano a 
operare anche con la sottomissione di amministratori locali e osservare come sia stato possibile approfittarsi…

Pubblicato il: 20/04/2016 – 15:28
COSTA PULITA | I Mancuso e gli affari sui disastri ambientali

CATANZARO «Desta indignazione il controllo del territorio che le ’ndrine riuscivano a 
operare anche con la sottomissione di amministratori locali e osservare come sia stato possibile approfittarsi di un disastro alluvionale per garantire alla cosca lavori edili». Le parole che il capo della Squadra mobile di Catanzaro, Nino De Santis, rivolge al «controllo assorbente di gran parte del territorio» che le cosche riuscivano ad operare, sono dure e indignate. Gli affari sui disastri ambientali che la cosca Mancuso era riuscita a mettere a segno sono stati registrati dagli investigatori in più di una occasione. 



L’ASSESSORE E LE ALLUVIONI Nell’inverno 2010/2011 il territorio di Briatico è stato colpito da forti piogge e piegato da numerosi danni. Ad occuparsi delle emergenze era l’assessore Domenico Guglielmo Marzano (indagato nell’ambito di questa indagine). Secondo gli inquirenti l’assessore si era «un vero e proprio sottoposto di Antonino Accorinti», boss dell’omonimo clan. «Quest’ultimo, infatti, impartiva ordini e disposizioni circa l’invio di mezzi per far fronte alle conseguenze dannose dell’alluvione», scrivono i magistrati. Ma non solo: Accorinti chiamava ripetutamente Marzano per impartirgli ordini «circa la destinazione di mezzi e uomini per far fronte alle conseguenze dannose scaturite dalla predetta alluvione». È lo stesso Marzano che chiama Accorinti e gli chiede consigli, come, ad esempio per sapere che interventi fare nelle zona della Torretta: «Ti volevo dire se puoi perdere due minuti che ho bisogno di un consiglio quì per come defluisce l’acqua e venire alla Torretta». In un’altra occasione Antonino Accorinti impartisce disposizioni all’assessore Marzano circa l’impiego dei mezzi: «Digli che all’una, adesso smette all’una e basta per adesso poi la chiamiamo noi va bene?» e l’assessore, scrivono gli inquirenti, «ubbidisce prontamente». Ma Accorinti non comanda a bacchetta solo l’assessore. Anche il dipendente comunale Salvatore Prestammo (anche lui indagato) deve rispondere al boss. Si evince in una intercettazione telefonica risalente all’ottobre 2010. Antonino Accorinti impartisce all’allora dipendente comunale Salvatore Prestammo disposizioni in merito alle attività da eseguire alla Marina di Briatico: «Senti una cosa ma invece di fare la quel lavoro non possono venire a pulire quest’altro pezzo di fiume qua sotto prima che piove di nuovo?». Quest’ultimo gli risponde di chiamare lui stesso l’ingegnere preposto, per risolvere la problematica rappresentatagli. Allora Accorinti, spazientito da tale risposta del dipendente comunale, con tono imperativo gli ordina: «Dovete scendere voi altri invece di stare seduti sulle sedie nell’ufficio!».

ESTORSIONE ED EDIFICABILITA’ Un altro esempio nasce con la tentata estorsione a Giuseppe De Masi di Briatico. Tutto nasce nel 2000 quando De Masi compra un terreno a Briatico. Qualche tempo dopo si presenta da lui un emissario della cosca Mancuso avvertendolo che «qualora si fosse deteminato a vendere il terreno, avrebbe dovuto corrispondere una percentuale del prezzo della vendita ai Mancuso». In un’altra occasione si presenta a De Masi lo stesso Scarpuni e gli fa sapere che «conoscendo un architetto o un geometra del Comune di Briatico, avrebbero potuto rendere edificabile una buona parte del mio terreno, non ricordo se 10mila metri o dieci ettari». “Luni Scarpuni” può fare. Lui ha agganci ovunque all’interno del Comune. A seguito dell’alluvione del 2006 il terreno era a rischio idrogeologico, in quanto il fiume che lo costeggia era esondato perciò la realizzazione di 36 villette, come sperato dai nuovi proprietari, era stata bloccata. Tuttavia l’imprenditore afferma di avere aver conosciuto personalmente il defunto Ciccio Mancuso e anche suo nipote “Luni”. E quest’ultimo gli aveva offerto una propria intercessione al Comune di Briatico per agevolarne l’edificabilità. La pratica per la variazione di destinazione d’uso del terreno da agricola in edificabile – affermerà in seguito Antonino De Masi, figlio di Giuseppe – da soci di Vibo Valentia e che l’esito era stato condizionato dall’alluvione sopraggiunta durante l’iter dell’ampliamento di edificabilità, per cui una parte del terreno non aveva beneficiato dall’ampliamento». Antonino De Masi Antonino, per altre vicende giudiziarie già destinatario di un programma per la protezione dei testimoni, ha inteso precisare che egli non aveva mai parlato, trattato e fatto accordi con soggetti mafiosi e che non intendeva scendere a compromessi con nessuno e né mai pagare tangenti.

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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