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Racket delle fragole, condanna per Cuzzocrea

REGGIO CALABRIA È di 5 anni e 4 mesi la condanna inflitta dal gup di Reggio Calabria a Sebastiano Cuzzocrea insieme al padre Domenico proprietario di un’azienda agricola di Reggio Calabria…

Pubblicato il: 27/04/2016 – 14:08
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Racket delle fragole, condanna per Cuzzocrea

REGGIO CALABRIA È di 5 anni e 4 mesi la condanna inflitta dal gup di Reggio Calabria a Sebastiano Cuzzocrea insieme al padre Domenico proprietario di un’azienda agricola di Reggio Calabria, e pur di imporla disposto a minacciare, braccare e picchiare selvaggiamente due concorrenti. Un metodo tipicamente mafioso di gestire la concorrenza per il pm Giovanni Gullo, la cui impostazione è stata accolta dal giudice che ha condannato Cuzzocrea jr per estorsione e illecita concorrenza, entrambe aggravate dal metodo mafioso. Stessi reati di cui dovrà rispondere il padre Domenico di fronte al tribunale collegiale a partire dal prossimo 12 maggio.
A far scattare le indagini, coordinate dal pm Giovanni Gullo, sono state le denunce che entrambe le vittime hanno presentato poche ore dopo l’ultimo pestaggio subìto. Poche ore prima, il più anziano dei due, dopo aver fatto una consegna in un bar di Catona era stato aggredito a calci, pugni e schiaffi – per strada e in pieno giorno – da Demetrio Cuzzocrea, deciso a «dare una lezione» all’anziano. «Mi sono salvato – raccontò poco dopo l’uomo ai carabinieri – solo grazie all’intervento di alcune persone che erano presenti in loco, che lo bloccavano, dicendogli che non si doveva permettere con una persona anziana. Mentre veniva allontanato, lo stesso ha continuato a minacciare dicendo «non finisce qui, te la devo fare pagare cara». Ma questa non è stata che l’ultima di una serie di aggressioni fisiche e verbali che tanto l’anziano come il figlio – anche lui vittima dei Cuzzocrea – hanno dovuto subire, prima di decidersi a denunciare. Tutto era iniziato con delle minacce, accompagnate dall’ormai nota retorica mafiosa. «Informati su chi siamo noi» e «ti ammazziamo come un capretto» aveva detto Sebastiano Cuzzocrea al più giovane dei due imprenditori intimiditi, intimandogli di smettere di piazzare i propri prodotti in bar e pasticcerie, divenuti luoghi a rischio per le due vittime, che più volte hanno trovato i loro aguzzini ad attenderli fuori. E lì, il copione era sempre lo stesso. Insulti, minacce, calci, pugni, schiaffi. Anche sulla Caronte il più giovane dei due imprenditori è stato malmenato. «Mentre sulla nave traghetto rientravo da Messina, venivo aggredito fisicamente dal Cuzzocrea, che casualmente viaggiava sulla stessa nave» racconta l’uomo ai carabinieri, sottolineando come solo l’intervento dell’equipaggio avesse fatto desistere l’aggressore. Ma appena sbarcato a Reggio, sul molo avrebbe trovato ad attenderlo una brutta sorpresa. «Una volta sceso dalla nave, venivo aggredito fisicamente a calci e io, al fine di salvarmi – si legge nella denuncia – gridavo a quello che stava all’imbarco nord di chiamare la Polizia e solo così il Cuzzocrea spaventato fuggiva via».
Aggressioni per anni sopportate in silenzio, fino all’agosto di quest’anno. Quando l’anziano padre viene picchiato selvaggiamente, l’imprenditore capisce che deve denunciare perché i suoi aguzzini non conoscono limiti né freni e c’è il rischio – molto concreto – che qualcuno si faccia male. Insieme al genitore, si presenta ai carabinieri per raccontare in maniera dettagliata l’escalation di violenza di cui lui e il padre sono state vittima e per gli investigatori non è difficile trovare immediatamente riscontro concreto alle parole dei due. Il pestaggio dell’anziano è stato infatti ripreso dalle telecamere di sorveglianza del bar di Catona di fronte al quale si è verificato, e il filmato è stato acquisito dai carabinieri. Una prova schiacciante contro i Cuzzocrea, imprenditori che sembrano aver preso decisamente troppo alla lettera il concetto di «concorrenza spietata».

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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