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Piano Juncker, il centrodestra: si torni al voto

REGGIO CALABRIA «Arriva da Bruxelles l’ultima tegola sulla Calabria con l’esclusione della nostra regione dai finanziamenti per le grandi opere che, invece, nelle regioni del Nord Italia creeranno …

Pubblicato il: 13/06/2016 – 13:00
Piano Juncker, il centrodestra: si torni al voto

REGGIO CALABRIA «Arriva da Bruxelles l’ultima tegola sulla Calabria con l’esclusione della nostra regione dai finanziamenti per le grandi opere che, invece, nelle regioni del Nord Italia creeranno investimenti per 4,8 miliardi e 3.200 nuovi posti di lavoro». È quanto denuncia Alessandro Nicolò, capogruppo di Forza Italia alla Regione Calabria.
«Quello che emerge in queste ore da documentate fonti giornalistiche – incalza l’esponente politico – è quanto di più sconcertante si potesse immaginare: malgrado l’allarme lanciato in proposito dal parlamentare europeo Gianni Pittella, appartenente allo stesso partito di Oliverio, la nostra Regione non avrebbe mandato neppure un proprio rappresentante qualificato al vertice convocato dallo stesso parlamentare del Pse tra tutti i governatori del Meridione per chiedere direttamente ai vertici di Bruxelles le motivazioni di questa grave discriminazione».
Secondo Nicolò, «aver disertato il faccia a faccia con il vicepresidente della Commissione europea, il finlandese Jyrki Katainen, e con la commissaria europea alle Politiche regionali Corina Cretu, suona inequivocabilmente come una supina accettazione di questa esclusione che, in sostanza, non concede alla Calabria neppure uno scampolo degli 11 progetti approvati e che riguardano solo le opere da realizzare nel centro Nord».
«Si tratta – aggiunge Nicolò – della cosiddetta Fase 2 del Piano Juncker, una programmazione di investimenti che, si stima, mobiliteranno risorse per miliardi di euro. Stando a calcoli attendibili, otto dei progetti infrastrutturali che hanno avuto il via libera da Bruxelles saranno in grado di attrarre ingenti risorse private pari a circa 4,8 miliardi, investimenti che si tradurrebbero in importanti ricadute sul piano occupazionale: cantieri in grado di produrre fino a 3.200 nuovi posti di lavoro».
«Se è tutta “politica” la tegola precipitata sulla testa di Oliverio – conclude Nicolò – per i cittadini e le imprese calabresi si tratta di un macigno pesante sul piano economico e sociale che allarga il divario e allontana ancora di più la nostra regione dal resto dell’Italia e dell’Europa. Con buona pace della sbandierata omogeneità politica che, solo a parole e davanti alle telecamere però, caratterizza questa fase istituzionale, con il governo regionale mai come adesso perfettamente allineato e coperto con quello nazionale».

TALLINI: TORNARE AL VOTO «Che il Mezzogiorno e la Calabria non siano contemplati nei progetti finanziati con la fase II del Piano Juncker può stupire soltanto chi stenta ancora a non comprendere che il premier Renzi oltre agli slogan e i selfie non è in grado di offrire altro a questa parte del Paese. Né questa giunta regionale è nelle condizioni di imporre il punto di vista della regione più povera a un governo ed ad un’Europa che ubbidiscono soltanto ai poteri forti. In Calabria Renzi, i suoi plenipotenziari e la giunta Oliverio, mentre l’Europa finanzia per miliardi di euro progetti solo al Nord, sono intenti a portare in lungo e in largo il Patto per la Calabria, che è come le vacche di Fanfani che destina alla nostra Regione, in gran parte, risorse già precedentemente assegnate con Delibera Cipe. Un Patto vuoto di contenuti. E buono solo per fare campagna elettorale: Renzi lo utilizza per dare visibilità al referendum di ottobre e Oliverio per distrarre l’attenzione dalla batosta avuta a Cosenza. Il problema vero è che dopo che Mario Occhiuto ha dato al candidato del Pd, al governo e a Oliverio e soci quaranta punti di distacco, in Calabria è stato sconfitto non solo un candidato del Pd a sindaco, ma un intero progetto politico che dal 5 giugno non ha più la fiducia dei calabresi. Il governatore ha così conseguito l’obiettivo che si era prefisso fin dal suo insediamento, soltanto che da uomo solo al comando è diventato solo in Calabria. Tra fallimenti in loco e credibilità zero sul piano nazionale ed europeo, a questa giunta regionale non resta altro che chiudere battenti. Prima archiviamo questa sfortunata legislatura meglio è per tutti. Anche l’operazione Juncker ci dice che la Calabria non conta nulla perché non conta nulla il governo della Regione: che altro deve accadere perché trovino la via di casa al più presto e si torni al voto?».

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